Covid, l’AGe contro le scuole superiori chiuse: “La riapertura deve essere una priorità”
Si moltiplicano in Veneto le richieste di una maggior attenzione al mondo della scuola, dopo la decisione della Regione di tener ancora chiusi gli istituti superiori (i ragazzi son in didattica a distanza da fine ottobre e lo rimarranno almeno fino a fine gennaio, diversamente da quanto accaduto in altre regioni). In merito, riceviamo e pubblichiamo il comunicato della sezione di Schio dell’Associazione Genitori.
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Mentre le Regioni cambiano colore ogni settimana, come alberi di Natale, la Scuola resta sempre in Zona Rossa. Il prezzo più grande di questa Pandemia lo stanno pagando i nostri figli. Continua senza tregua quello che l’ONU ha definito “Una catastrofe educativa”. Le conseguenze, che stiamo pagando ora e che continueremo a pagare come “sistema paese”, sono soltanto un’anteprima del cataclisma che vivranno i nostri ragazzi in termini di desocializzazione, sofferenze psicologiche, perdita di competenze culturali, professionali e di opportunità di lavoro.
Mentre la politica litiga e definisce con incertezza le modalità della ripresa, una parte dei più giovani viene lasciata andare alla deriva, con conseguenze negative nel lungo periodo per le loro chance di vita, ma anche per la tenuta della società nel suo complesso. È in atto un processo silenzioso di sfiducia e abbandono da parte dei ragazzi che, nel breve intervallo in cui c’è stata scuola in presenza, non hanno avuto l’opportunità, pur solennemente promessa, di recuperare non solo gli apprendimenti persi nel lungo lockdown della scorsa primavera, ma anche le motivazioni ad impegnarsi e ad avere fiducia nelle proprie capacità.
L’impatto prodotto su di loro dalla chiusura delle scuole è ancora gravemente sottovalutato.
Corriamo il rischio che le lunghe assenze dalla scuola si trasformino in definitivo abbandono e che tante ragazze e ragazzi, in questa crisi anche economica, finiscano per ingrossare le fila del lavoro sfruttato. Su questo argomento segnaliamo una pregiata indagine condotta da Ipsos per conto dell’organizzazione Save the Children, che evidenzia la criticità della condizione che vivono gli studenti delle scuole superiori.
Anche grazie a questa indagine abbiamo validi motivi per ritenere molto grave che ad oggi non ci sia ancora certezza sulla data di riapertura delle scuole. E riteniamo ancora più grave che la Regione Veneto abbia posticipato il rientro a non prima del 1 febbraio, peraltro senza un piano che ne definisca le modalità. Sono tutti elementi a conferma del sospetto, ormai largamente diffuso tra gli insegnanti, gli studenti e le loro famiglie, che la scuola non sia la priorità per il nostro Paese.
Eppure il rapporto dell’ Istituto Superiore di Sanità di lunedì 4 gennaio 2020 attesta che “le scuole non sono luoghi di contagio”. Eppure le scuole superiori sono chiuse da ottobre. Nonostante questo, il numero dei positivi nel Veneto è cresciuto troppo, in questi mesi di Zona Gialla, e sta correndo ancora. Certamente è andato in grave difficoltà il sistema di tracciamento dei soggetti positivi e questo ha aiutato la circolazione del virus. Sicuramente il sistema dei trasporti, anche per responsabilità del Governo centrale, non è stato in grado di garantire la sicurezza ed il distanziamento dei ragazzi, almeno fino all’intervento, nelle ultime settimane, dei Prefetti, che hanno consentito di migliorare e di garantire il trasporto in condizioni di relativa maggiore sicurezza. Ma allora, visto tutto questo, vogliamo chiedere con chiarezza per quale motivo le scuole superiori non riapriranno prima del 01 febbraio? Quali sono state le reali priorità da settembre ad oggi? Due mesi fa, a ridosso della seconda chiusura degli istituti superiori, avevamo titolato un ciclo di tre incontri con i sindaci del nostro territorio con una domanda provocatoria: “Meglio chiudere i bar o le scuole?”. Per noi genitori la risposta è ovvia e scontata.
Siamo tutti consapevoli che il danno economico delle zone arancioni e rosse sia enorme. Così come è enorme il danno per le località sciistiche nel caso non potessero riaprire. Anche noi abbiamo bisogno di lavorare per vivere. Ma bisogna fare delle scelte!
La riapertura delle scuole deve essere una priorità per il paese e per il Veneto.
Così come dobbiamo pretendere che il governo sostenga e dia ristori alle attività economiche che restano chiuse, pretendiamo che dia ristori anche agli studenti, per un intero anno di lockdown scolastico e che organizzi la riapertura con la gradualità necessaria, ma al contempo con una programmazione certa delle date e delle frequenze. Da parte nostra ci impegniamo a sostenere le Amministrazioni pubbliche, i Docenti, i Dirigenti Scolastici e tutte le aggregazioni di genitori e studenti che abbiano l’obiettivo concreto di mettere la riapertura delle scuole superiori in cima alla lista delle priorità. E’ tempo di cercare insieme delle soluzioni per portare le nostre comunità a questo risultato.Concludiamo questa lettera, dando visibilità anche ad altri comunicati, che ci sono pervenuti da più parti. Sono documenti di comitati o coordinamenti di genitori, o di insegnanti, o di scuole nel loro complesso. Non condividiamo tutto quanto in essi viene proposto o preteso, ma vogliamo partecipare alla mobilitazione di un intero mondo di ragazzi, famiglie, insegnanti, stanchi di sopportare in silenzio davanti allo schermo di un computer. Nei prossimi giorni sarà nostra cura dare spazio alle altre iniziative che ci arriveranno, grandi o piccole che siano. Insieme raggiungeremo lo scopo.
Roberto Santacatterina
Presidente AGE Schio – Associazione Genitori
Lettera aperta – Istituto Fermi di Este
Lettera aperta al Presidente Zaia – UCG Bassano del Grappa
Apertura Superiori in sicurezza – Liceo Da Ponte Bassano Grappa