Dita mozzate al Cristo in legno, “custode” del giardino dell’Ipab La Casa. “Atto vandalico”
Sfregio sacrilego verso una scultura in legno che raffigura la passione di Cristo all’interno del parco verde che porta alla sede di via Baratto dell’Ipab “La Casa”, il Centro Assistenza Servizi per Anziani che sorge a Schio (altro edificio in via Valbella oltre alla Casa Albergo “La Filanda” a Magrè). Dei vandali avrebbero amputato le dita delle mani della figura sacra nel viottolo di accesso. Risale a venerdì scorso la scoperta e la successiva denuncia che il presidente del centro, Giuseppe Sola, ha presentato nella sede di comando di polizia locale Alto Vicentino. Nove estremità su dieci sono state mozzate, utilizzando forse un seghetto. Rimasto al suo posto solo il pollice sinistro.
Non si tratta di disagi inediti patiti dal personale e dagli ospiti della struttura – 6 mesi fa un altro episodio salito alle cronache locali -, è invece la prima volta che un manipolo di ignoti riversa quel mix di rabbia, noia e idiozia su un simbolo della cristianità installato in un capitello coperto, nella struttura assistenziale della comunità scledense. Portando sconforto a quegli ospiti autosufficienti che si fermano dinanzi al crocifisso per ammirarne la fattura o, per i più devoti, per recitare una preghiera. Le testimonianze raccolte vanno in direzione di gruppetti di minorenni che hanno eletto il parco verde – da ricordare che si tratta di un’area comunque a tutti gli effetti privata – come luogo di ritrovo, approfittando dei varchi di accesso aperti per le visite dei familiari di chi vive nei 34 alloggi presenti.
La statuetta in legno che rappresenta la crocifissione di Cristo era stata donata nei primi anni Duemila, come racconta “Beppe” Sola. Un’opera artigianale e originale realizzata pare da un ospite di allora, purtroppo rovinata ora e difficilmente ripristinabile come prima. Ciò che preoccupa, però, è la presenza di giovanotti del posto che non si fanno più scrupolo a lasciare sporcizia, portare via sedie da giardino destinate agli anziani residenti e, nel caso recente, causare danni davvero incomprensibili e ingiustificabili. “La sicurezza dei nostri ospiti ci sta a cuore – così esprime il presidente Ipab – ed è stato triste constatare come le persone che accudiamo e seguiamo nelle loro necessità ultimamente abbiano timore anche solo ad uscire nel giardino dell’Ipab. Questo per timore di fare incontri a rischio”.
I primi problemi per la sede Ipab del centro di Schio sarebbero emersi da un anno a questa parte, dopo una serie di controlli dei Carabinieri nella zona della “Valletta”, nel corso di servizi di contrasto al degrado e antidroga. Blitz che hanno spinto i gruppetti di minorenni a trovare un luogo meno “in vista”, eleggendolo negli spazi esterni della struttura che opera nel sociale. “Li vediamo quasi ogni giorno a bivaccare, prima limitandosi a schiamazzi per poi assistere a sedie portate via dai gazebi, rifiuti lasciati in giro e infine all’atto indecoroso verso la statua. Non abbiamo mai chiuso i cancelli dei vari accessi, confidando in una civile convivenza, e farlo ora comporterebbe dei disagi”.
Una prima fase di sopportazione, se si può definire quella dei mesi scorsi, che non avrebbe prodotto comportamenti più ragionevoli da parte di questi “ospiti” indesiderati, al contrario di quelli assistiti dallo staff di operatori che lavorano in struttura. Arrivando di recente alla denuncia nei confronti di ignoti che così sconosciuti in realtà non lo sono affatto. “Sappiamo che si tratta di minori di età e quindi siamo consapevoli poco si può fare se non rafforzare i passaggi degli agenti di polizia come sta avvenendo in queste ore, solo come deterrente. Alcuni sono stati identificati. Mi auguro che le temperature rigide in arrivo – Sola si concede una mezza battuta in un contesto di preoccupazione che perdura alla luce dello sfregio al simbolo sacro – almeno consigli loro di spostarsi altrove al riparo dal freddo. Per noi è impensabile l’opzione di chiudere gli accessi, e bisogna prendere in mano i conti di bilancio prima di installare altre telecamere di videosorveglianza in aggiunta a quelle operative agli ingressi di via Gaminella, Santa Maria e Baratto”.
Una spesa di svariate migliaia di euro evitabile, con risorse da destinare in altre attività a favore degli anziani dell’Altovicentino, se solo tra questi giovanissimi si diffondesse un po’ di senso civico in più, rispettando il bene comune e, in questo caso specifico, un altro che a parole è caro a tutti: il bene delle persone anziane che hanno pieno diritto a trascorrere sereni il viale della sera delle loro vite.