Donne fra discriminazioni e stereotipi: Tisato scivola sulla “decisione maschia”
La Lega ci ricasca e questa volta a Schio. Dopo il volantino della Lega di Crotone per la Festa della Donna, che contiene sei punti che hanno fatto discutere per i toni, giudicati sessisti e retrogradi dagli stessi alleati di governo M5s, c’è infatti il bis a Schio e questa volta lo scivolone è di una donna, la candidata sindaco della Lega Ilenia Tisato, che nella presentazione della pagina Facebook della lista di appoggio, da lei stessa voluta, “Coloriamo Schio di Rosa”, scrive, letteralmente:
Sono una moglie, una mamma, una libera professionista e candidato sindaco a Schio. Ma prima di tutto sono una donna che misura la propria forza non su chi sconfiggo ma su cosa proteggo. Comunque vada questa avventura vi prometto che proteggerò la mia famiglia e il mio essere donna con grinta e decisione “maschia”.
Parafrasando: “sono donna e in quanto tale proteggo e mi prendo cura, ma in quanto a decisione, devo attingere a qualità maschili”. Insomma, non esistono, per la candidata della Lega, donne che di per sé sanno essere grintose e decise. La lista “al femminile” della Tisato, peraltro, sta facendo discutere anche perché è stata considerata da qualcuno una discriminazione al contrario. Va detto anche, però, che lei stessa in una dichiarazione di qualche settimana fa si era schierata “contro un linguaggio sessista e violento”.
La frittata di stereotipi, nell’anno domini 2019, è comunque servita. “La politica – spiega infatti Cristina Martini di ProsMedia, esperta nell’analisi dei media nei casi di violenze di genere e formatrice su stereotipi e rappresentazioni della stampa nei casi di femminicidio – è un ambiente in cui il potere è ancora in mano agli uomini. Tuttavia nel tempo si sono visti numerosi esempi di donne che hanno raggiunto ruoli di prestigio e sono diventate modelli positivi per la parità. Dove politica e cultura per la parità di genere si intrecciano vi sono però delle prassi positive da perseguire: tra questi l’uso del genere femminile nei ruoli di prestigio e la qualità della leadership che si propone. In queste righe di presentazione vi è un’auto-attribuzione di alcune caratteristiche, quali forza, grinta e decisione specificando ‘maschia’, per cultura attribuite al maschile e che per luogo comune non si addicono al femminile; anche se non sempre volontariamente, alcune donne, per raggiungere ruoli di potere, tendono a maschilizzarsi. La strada della parità è ancora molto lunga, soprattutto nella politica, ma può passare per un vero cambiamento, quello di essere se stesse, oltre gli stereotipi”.
“Personalmente non ho mai avuto bisogno di sottolineare, nella professione come nell’attività amministrativa – commenta Cristina Marigo, assessore al sociale uscente e avvocato – la peculiarità del mio essere donna. Credo che ogni essere umano semplicemente trovi completezza nel raggiungere gli obiettivi che si dà. A mio parere il senso di protezione come il decisionismo non connotano il genere. Se poi una candidata ritiene di dover puntare su questo, ovviamente è libera di farlo”.
“Stupefatte e preoccupate” si dicono le donne di Coalizione Civica per Schio: “Ci piacerebbe – affermano in una nota redatta in occasione dell’8 marzo – capire come si possa conciliare l’essere donna e l’essere leghista con orgoglio, viste le ultime uscite della Lega, che utilizza la discriminazione di genere come cavallo di battaglia. Per non parlare di Salvini, primo responsabile del tracollo del linguaggio verbale sui social, in particolare verso le donne che non la pensano come lui. Prendendo spunto dalle stesse affermazioni della signora Tisato, anche a noi piacerebbe ritrovare nella politica attuale la bellezza delle parole e una comunicazione che non trascenda linguaggi violenti e sessisti. Di fatto però per ora da questa presentazione sappiamo solo che la sua immagine di donna, svincolata da stereotipi di genere, un po’ vacilla. Rimaniamo in attesa dei contenuti. Nella Giornata internazionale della Donna non possiamo che auspicare che anche le donne della Lega si battano per ottenere parità, giustizia e rispetto”.
“Le donne e gli uomini del PD – aggiunge Giulia Andrian del partito democratico scledense – si augurano che sempre più donne partecipino alla vita politica perché, citando Betancourt, ‘Se una donna fa politica, cambia la donna. Se tante donne fanno politica, cambia la politica’. Abbiamo bisogno di uomini e donne competenti, ma siamo consapevoli che per le donne, in questo contesto socio-culturale, è ancora difficile intraprendere un impegno politico. Le quote rosa, tanto vituperate dalla Lega, o la doppia preferenza alle elezioni regionali sono ancora dei sostegni necessari per avviare un processo che appare ancora in salita. Il raggiungimento della parità di genere è anche un obiettivo dell’Agenda 2030 dell’Onu: sarebbe bene che questo obiettivo fosse di tutte le parti politiche, non solo del centro sinistra, non solo del Partito democratico”.