Elezioni amministrative scledensi, sarà una partita a cinque?
E’ già campagna elettorale a Schio, dove oramai tutte le formazioni politiche sono scese in campo con contrassegni e candidati per le elezioni amministrative del prossimo maggio, anche se non è detto che le settimane da qui al deposito ufficiale delle liste non riservino ancora qualche sorpresa, soprattutto nel centro sinistra.
I numeri di cinque anni fa
Si riparte da lì. I votanti al primo turno furono 20.982, il 66,39% degli elettori, mentre al ballottaggio votò il 49,21% degli aventi diritto. Al primo turno Dario Tomasi (centrosinistra) registrò il 45,75% di preferenze (9.316 voti), Valter Orsi con la sua coalizione apartitica si fermò al 25,33% (5.157), Alessandro Gori della Lega al 12,21% (2.493), Marco Vantin del Movimento 5 Stelle all’8,54% (1.738 voti), Marco Tolettini di Forza Italia al 7,03% (1.431) e Giulia Bisogni di Rifondazione Comunista all’1,12% (228). I maggiori partiti, allora, furono il Partito Democratico (30,73%) e Noi Cittadini con Valter Orsi (20,12%).
Quindici giorni dopo, la situazione, nonostante uno stacco di ben 20 punti, si ribaltò: dei 15.552 elettori che si recarono alle urne per il ballottaggio, solo 7.439 scelsero Tomasi (che si fermò quindi al 48,42%), mentre 7.923 votarono Orsi (51,58%), che divenne così sindaco, interrompendo una lunga tradizione di governo del centro-sinistra.
Più recentemente, alle elezioni politiche del 4 marzo 2018, il Centrodestra ha raggiunto il 41,82% (con la Lega al 29,13%, 6.193 voti), il Centrosinistra si è fermato al 26,18% (Pd al 20,83% con 4.428 voti) e il Movimento 5 Stelle al 24,19% (5.142). Numeri utili per capire come le forze politiche hanno deciso di muoversi ora.
La coalizione per un Orsi-bis
Il sindaco uscente Valter Orsi e la sua lista civica, Noi Cittadini, da settimane ha iniziato a girare i quartieri incontrando la popolazione. “Affrontiamo questa campagna elettorale nell’unico modo che conosciamo: diretto, franco, determinato e corretto, presentando il nostro operato in questi cinque anni e come vogliamo continuare a lavorare per la nostra città” spiegano sul loro sito.
Non è un segreto che Orsi abbia sempre rivendicato, dopo essere stato anche segretario provinciale della Lega Nord, il suo abbandono dei partiti (dopo lo scandalo-Bossi) e l’approdo a un civismo totale, che lo vede dialogare a destra ma anche con politici del Pd del carico di Achille Variati. La sua amministrazione ha portato in porto progetti pensati e avviati dall’amministrazione Dalla Via e incagliati nelle pastoie finanziarie ed economiche, come la palestra di Giavenale e il Campus. Orsi si ripresenta esattamente con le stesse quattro liste della volta scorsa: Noi Cittadini (che fu l’unica a portare consiglieri in Municipio), Schio Dando, Veneti per Schio e Fare a Schio.
La Lega punta a Palazzo Garbin
Sono stati mesi impegnativi per la Lega Nord a Schio, che prima hanno portato alle dimissioni del suo consigliere di minoranza Alessandro Gori, e poi alla decisione di correre in autonomia con l’obiettivo di espugnare Palazzo Garbin. La candidata è la segretaria di sezione, Ilenia Tisato, geometra 47enne, moglie e mamma. Non è un segreto che i vertici della Lega vogliano vincere a Schio, sfilando l’amministrazione delle mani di Orsi e se la candidata è ancora poco conosciuta, in suo supporto hanno già iniziato ad arrivare pezzi grossi da Venezia e da Roma e altri ne arriveranno, compresi Salvini e Zaia. Si inizia già sabato 23 febbraio nella Sala Calendoli del Teatro Civico, quando approderanno in città il ministro dell’autonomia Erika Stefani, l’europarlamentare Mara Bizzotto, il presidente del Consiglio Regionale Roberto Ciambetti, il consigliere regionale Maurizio Colman e il deputato maranese Erik Pretto. Il messaggio è chiaro: con la Lega Schio può portare a casa maggiori risultati perché ha a Venezia e a Roma i propri referenti politici al comando. Come dire: la forza più che nel candidato, sta nel partito. A supporto della Tisato, è pronta anche una lista per convincere l’elettorato femminile ed è ipotizzabile che trattative siano in corso (o magari già concluse) con la neonata Schio Città Capoluogo – Prima Noi, capitanata da Alex Cioni.
Il centrosinistra riparte da Leonardo Dalla Vecchia
Sabato scorso anche il centrosinistra ha ufficializzato candidato sindaco e liste, ma la situazione appare ancora in movimento. Il prescelto per correre alla carica di primo cittadino è Leonardo Dalla Vecchia, trentatré anni, capogruppo in consiglio comunale durante la scorsa amministrazione e, da due anni, alla guida del circolo cittadino del Partito Democratico (da cui ora però si è autosospeso). Laureato in lettere e scout, lavora per un’impresa artigiana di Romano d’Ezzelino e vive alle Piane con la moglie e due figli. A sostenere la sua candidatura, al momento, tre liste: il Partito Democratico, Schio Polis (think tank che nei mesi scorsi ha proposto una serie di incontri in particolare sui temi del futuro demografico della città e della formazione) e la compagine europeista Schio Città Europea.
L’intenzione, ha spiegato lo stesso Dalla Vecchia, è “elevare il dibattito sul futuro della città” con un programma costruito insieme ai cittadini e che riporti la città ad essere trainante rispetto a tutto l’Alto Vicentino.
In dirittura d’arrivo in questa coalizione è quasi certamente anche Schio – Lista dei Quartieri capitanata da Stefano Pento, ex assessore alle politiche giovanili.
Coalizione Civica per Schio
Sono stati i primi a partire e con un progetto politico innovativo, ancora nel novembre 2017, e fra i primi a uscire allo scoperto con il nome del candidato: Giorgio De Zen. Al momento la lista di Coalizione Civica per Schio, che si ispira all’esperienza padovana cha assicurato a Giordani la vittoria, non sembra intenzionata a convergere sul candidato proposto dal Partito Democratico e dai suoi alleati. La lista, che ha raccolto e allargato l’eredità di TessiAmo Schio, continua a puntare sul 36enne laureato in economia e impiegato in un ruolo di prestigio alla Ferrero, nell’area vendite.
Le trattative sono andate avanti a lungo per una convergenza, che si è prima incartata sulla richiesta al Pd di rinunciare al suo logo e poi sul nome del candidato sindaco. Come detto, la situazione non pare essere al momento ancora definitiva e non è detto che nelle prossime settimane si arrivi a un’aggregazione auspicata da tutti se si vuole che il centro sinistra possa puntare al ballottaggio. “Auspico una convergenza – spiega Leonardo Dalla Vecchia del Pd – e il problema non deve essere il nome, perché le persone sono strumenti in vista di un obiettivo”.
“La forza del nostro progetto – afferma invece De Zen – rimane la partecipazione dal basso e continuiamo a credere che la nostra peculiarità e la vitalità sia nel coinvolgimento democratico. Siamo l’unica forza che sta riuscendo a coinvolgere molti giovani, abbiamo un progetto innovativo per la nostra città, in radicale discontinuità con il passato”. Intanto per questo venerdì 22 febbraio è in programma al Bruco, il circolo operaio di Magré, un incontro sul tema dei diritti, dell’immigrazione, della lotta all’evasione fiscale delle multinazionali, della riconversione ecologica e del contrasto a corruzione e mafie, con la presenza dell’eurodeputata Elly Schlein e di Michele Fiorillo, del coordinamento nazionale Diem 25 European Spring.
Il Movimento 5 Stelle ripunta su Vantin
Dopo cinque anni sarà ancora Marco Vantin a rappresentare invece il Movimento 5 Stelle nella corsa alla poltrona di primo cittadino scledense. Fiducia unanime, quindi, per l’attuale consigliere comunale . “Siamo stati uno dei gruppi più attivi portando molte proposte, iniziative ed interrogazioni. Basti ricordare l’inserimento della ex Ulss 4 Alto Vicentino nel “Registro Tumori del Veneto”, l’installazione di una nuova centralina per le polveri sottili, la copertura assicurativa per nuclei familiari contro furto, rapina e atti vandalici, la battaglia per mantenere il laboratorio analisi dell’acqua nell’alto vicentino. Ricordiamo inoltre che siamo stati l’unico gruppo politico nazionale ad aver appoggiato un’associazione locale nel portare avanti i suoi esposti presentati alla corte dei conti del veneto contro i costi del project financing dell’ospedale unico di Santorso che stanno di riflesso gravando sul bilancio dell’Ulss”.