Espulso dopo l’occupazione abusiva rifiuta il tampone. Niente volo di rimpatrio. Orsi: “vergognoso”
A suo carico gravano ben tre ordini esecutivi di espulsioni dall’Italia, ma ad oggi non c’è verso di fargli lasciare sia il Veneto che l’Altovicentino, dove ritorna sistematicamente con la beffa di occupare di nuovo – ancora da abusivo – un edificio sgomberato il giorno stesso dalla polizia locale. Il “cavillo” utilizzato stavolta, nella giornata di martedì, è stato esercitare il rifiuto a sottoporsi al tampone rapido prima di imbarcarsi su un volo diretto verso la Tunisia, la nazione d’origine – e l’unica di cui è cittadino – di un 41enne senza fissa dimora, di fatto residente e “circolante” a Schio e dintorni.
Si tratta di uno dei protagonisti di un episodio avvenuto domenica alle 18.30 nei dintorni della stazione ferroviaria scledense e, soprattutto, di uno dei due occupanti abusivi di uno stabile in via Porta di Sotto denunciati in Procura. Un alloggio sgomberato solo ieri mattina dagli agenti di polizia locale con il supporto logistico del personale dell’ufficio tecnico comunale, con ingresso sbarrato dal privato proprietario. Dove, però, colui che era stato “cacciato” meno di 24 ore prima aveva già fatto ritorno ieri sera.
Dopo la denuncia e il viaggio breve verso la Questura di Vicenza, nei confronti del tunisino erano state avviate le procedure per il rimpatrio immediato, sfumate ancora una volta al momento di far accomodare soggetto espulso su un sedile con biglietto di sola andata per la madrepatria. Viaggio – stavolta lungo – verso il Nordafrica rimandato, in quanto o protocolli di emergenza sanitarie sui voli prevedono una prova di negatività al Covid-19, astutamente rifiutata dal recalcitrante tunisino. Una condotta peraltro tutt’altro che inedita negli ambienti della delinquenza, frutto del passaparola. Risultato? Gli stessi agenti di polizia di Stato che lo avevano accompagnato all’aeroporto internazionale di Linate hanno dovuto far ritorno alla base, a Vicenza, senza poter concludere la missione. Rilasciando a piede libero l’espulso solo sulla carta.
Sulla sequenza – ancora aperta – dei fatti legati alla posizione del 41enne straniero si è espresso con decisione anche il sindaco di Schio, Valter Orsi. “È veramente una vergogna – tuona il primo cittadino a cui il tema della sicurezza è caro -. Non è possibile che una persona con più decreti di espulsione venga rinviata sul nostro territorio perché non vuole sottoporsi al tampone e quindi non può essere imbarcata sull’aereo che la riporterebbe a casa sua. Viene così svilito il lavoro della Polizia Locale e – qui il sindaco si esprime con ancora più durezza – mostra quanto sia superficiale il lavoro della politica che si sta riempiendo la bocca di parole che non servono a niente se non a parlare alla pancia delle gente. E nel frattempo le norme vengono lasciate a metà. I tamponi per gli espulsi devono essere obbligatori. La difficoltà di applicare le disposizioni in determinati contesti produce situazioni contraddittorie come questa ed è comprensibile, quindi, se i cittadini sviluppano atteggiamenti ostili”.