I capigruppo di minoranza scrivono a Orsi: “Esigere il Consiglio non è un capriccio”
I quattro “moschettieri” capigruppo delle minoranze del Consiglio comunale di Schio firmano a otto mani una nota congiunta di protesta nei confronti dell’atteggiamento della giunta comunale, puntando il dito contro il sindaco Valter Orsi. E chiedendo in coro la convocazione dell’assemblea per discutere dei provvedimenti da adottare in favore della cittadinanza alle prese con le difficoltà connesse all’emergenza sanitaria. Firmatari del documento inviato in piazza Statuto e diffuso alla stampa sono Ilenia Tisato (Lega), Alex Cioni (PrimaSchio), Carlo Cunegato (Coalizione Civica) e Leonardo Dalla Vecchia (Pd).
Nel testo non mancano le punzecchiature rivolte al primo cittadino, “solo i bambini in tenera età non distinguono gli insulti dalle critiche”, per poi chiedere una sorta di riconciliazione richiamando “allo spirito di collaborazione virtuoso” constatato nel corso della prima fase di emergenza sanitaria. Criticata in particolare le decisione di esternare i provvedimenti da adottare in futuro, a supporto di cittadini scledensi e commercianti bisognosi di supporto. L’appello dei capigruppo di riferisce ad un “documento unitario” rimasto solo sul piano delle intenzioni.
Riportiamo integralmente il testo della nota stampa. “A margine delle accuse rivolte ai gruppi di minoranza dal sindaco Valter Orsi e in relazione al lavoro sin qui svolto per affrontare l’emergenza sanitaria, i capigruppo di minoranza condividono la nota congiunta che segue. Forse solo i bambini in tenera età hanno problemi a cogliere la differenza tra gli insulti e le critiche. Un sindaco che non ha le idee confuse, dovrebbe invece sapere che le critiche rientrano nella normale dialettica politica democratica.
Ci piace rilevare che durante la fase dell’emergenza sanitaria, i rapporti tra tutte le parti in causa, si sono sempre ispirati da uno spirito di collaborazione virtuoso, tant’è vero che il sindaco stesso lo ha riconosciuto pubblicamente. Non v’è alcun dubbio che le forze politiche di minoranza, da destra a sinistra, abbiano sempre collaborato portando delle proposte alla maggioranza. Spiace che il sindaco se ne sia già dimenticato, pensando probabilmente che lavorare in uno spirito di concordia e collaborazione significhi sospendere il diritto di critica. Alla luce di queste banali considerazioni, i gruppi di minoranza concordano nel segnalare un’esigenza condivisa. Visto che in molti comuni del Vicentino sono già stati convocati dei consigli comunali, mentre a Bassano del Grappa si è svolto persino un Consiglio comunale sul bilancio, non si comprende la ragione per la quale a Schio sia ancora tutto sospeso.
A margine di queste considerazioni, facciamo notare che durante la conferenza dei capigruppo del 20 aprile, abbiamo condiviso il suggerimento del capogruppo Leonardo Dalla Vecchia di reclamare la convocazione del Consiglio comunale. All’iniziativa delle minoranze, il sindaco ha risposto proponendo di formulare assieme un ordine del giorno unitario così da esprimere alla città, in questo difficile momento, un segnale di compattezza di tutte le forze politiche. Un invito che abbiamo accolto positivamente, tanto è vero che il 27 aprile è stato depositato un primo documento di indirizzo stilato dalle minoranze. Insomma, le chiacchiere stanno a zero. Dovremmo essere noi casomai ad essere infastiditi dal comportamento del sindaco che ha pensato di rilasciare un’intervista alla stampa anticipando parte dei provvedimenti che avrebbero dovuto rappresentare la sostanza del documento di indirizzo unitario.
Ciò nonostante, le sterili polemiche le lasciamo a coloro che hanno l’interesse di gettare fumo negli occhi dei nostri concittadini. Per quanto ci compete e in assoluta trasparenza, nonostante la fuga in avanti del sindaco, ribadiamo lo stesso la nostra volontà a proseguire nel percorso intrapreso in questi due mesi, invitando il presidente del Consiglio comunale Sergio Secondin, ad espletare fino in fondo al suo ruolo di garante di tutti i consiglieri. L’esigenza di discutere nel luogo deputato a farlo, non è un capriccio dei gruppi di minoranza, ma una esigenza dal carattere urgente nell’interesse di tutta la città”.