Il formatore digitale Michael Broccardo: “Con i videogiochi aiuto i bimbi ad imparare”
(Quello che segue è un articolo redatto all’interno delle attività del laboratorio “Cittadini Giornalisti Digitali” del progetto AVATAR – Alto Vicentino, che punta allo sviluppo della cultura digitale e di nuovi servizi tecnologici per cittadini, imprese, enti e pubblica amministrazione nell’alto vicentino) *
I videogiochi, oltre ad essere forme d’arte e un mezzo terapeutico, possono fare molto anche nel campo dell’insegnamento. Ne è convinto Michael Broccardo, esperto di formazione e tecnologia, che tramite il suo progetto ha potuto confermare come i videogiochi possono essere un valido supporto dello studio. Per questo ha utilizzato Minecraft, opera del 2009 sviluppata dalla software house Mojang, che offre la possibilità di costruire tutto ciò che la nostra fantasia ci permette di pensare grazie ad un mondo formato da cubi e materiali di ogni tipo, che possiamo prelevare e posizionare a piacimento. Per raggiungere il suo scopo ha usato poi anche Warhammer, un gioco di strategia in cui si utilizzano miniature tridimensionali di proprietà di Games Workshop.
Michael, qual è la tua formazione e di cosa ti occupi?
“Sono un comunicatore scientifico e un formatore digitale. Possiedo una laurea in Scienze e Tecnologie Biomolecolari presso l’Università di Trento e un master in Comunicazione della Scienza e dell’Innovazione.
Negli ultimi anni mi sono occupato della creazione e dell’esecuzione di laboratori scientifici per studenti di tutte le età all’interno delle scuole, di attività museali, eventi scientifici in ambito nazionale e realizzazione di corsi di formazione riservato a adulti, anziani e fasce della popolazione svantaggiate su tecnologia e smartphone”.
Sappiamo che questo progetto di insegnamento implementa l’utilizzo delle opere Minecraft e Warhammer. Come vengono utilizzate e in quali campi?
“Minecraft Education edition è la versione educativa del celebre gioco Microsoft che unisce uno strumento conosciuto e apprezzato dagli studenti e una piattaforma creata per essere utilizzata da insegnati e educatori. Attualmente utilizzo questo gioco con gli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado per portare avanti diverse tematiche riconducibili direttamente agli argomenti affrontati in classe. Inclusione, lavoro di gruppo e progettazione sono le basi di partenza quando si utilizza questo gioco, per poi affrontare argomenti come la riqualificazione cittadina, l’impatto ambientale e gli ecosistemi naturali”.
Come viene utilizzato Warhammer nel tuo progetto?
“Warhammer è un gioco di miniature sviluppato dalla Games Workshop che ha preso piede ormai da svariati anni ed è entrata nell’universo della cultura Pop con libri, videogiochi, film e serie tv. Negli ultimi dieci anni, l’abilità manuale degli studenti si è ridotta sempre di più proprio a causa di una minore proposta di attività pratiche. Quelli che una volta potevano essere laboratori di questo tipo, oggi si sono trasformati in laboratori pratici digitali. Ci sono delle lezioni di montaggio e pittura che coinvolgono l’arte, di relazione di elementi scenici con legno e materiali di scarto e il gioco vero e proprio con da una parte la matematica, per il lancio di dadi e le caratteristiche delle miniature, e dall’altra la strategia di movimento e scelte, simile agli scacchi”.
Cosa ti ha ispirato per lanciarsi in questa impresa?
“La mia voglia di creare qualcosa di nuovo, educativo e divertente è la base che spinge il mio lavoro. Credo che l’ambiente educativo debba rinnovarsi in base ai tempi che stiamo vivendo. La maggior parte delle volte gli insegnanti e gli istituti non hanno le conoscenze, i fondi o i mezzi per proporre ai propri studenti delle attività sempre nuovo e coinvolgenti. Qui mi inserisco io con le mie attività, i miei test e le mie proposte”.
Perchè proprio i videogiochi? Quali sono i loro effetti positivi?
“Utilizzare videogiochi conosciuti in ambito educativo può essere utile in due casi: per aumentare ed affinare le soft skills degli studenti e per veicolare delle tematiche di attualità. Minecraft è molto giocato fuori dalla scuola e la maggior parte delle volte gli studenti hanno delle conoscenze più approfondite dell’insegnate riguardo le meccaniche di gioco e l’ambiente utilizzato. Per portare Minecraft all’interno di una classe, c’è bisogno di un insegnate con una minima conoscenza dello strumento (o almeno la volontà di impegnarsi ad imparare) ed un messaggio chiaro che deve passare ai partecipanti dell’attività: si può imparare giocando, ma non si può solo giocare per imparare.
Con Warhammer abbiamo il potenziamento dell’abilità manuale, l’uso della statistica dei dati per il gioco, la strategia tipica dei giochi come gli scacchi e l’integrazione di materie come arte, matematica e tecnica”.
Come hanno risposto gli studenti? Ci sono stati i risultati e i progressi che si aspettava?
“Negli ultimi due anni che porto Minecraft come strumento educativo all’interno delle scuole, i risultati sono sempre stati molto positivi. Sia i progetti durati mesi che quelli durati qualche ora, hanno fatto vedere agli studenti un nuovo modo di imparare divertendosi e agli inseganti dei lati diversi del loro lavoro.
Per quanto riguarda Warhammer, le attività svolte fino ad adesso sono ancora poche per stabilire un effettivo bilancio positivo. Questo progetto è partito da qualche mese e a cause dell’intensificarsi della pandemia abbiamo dovuto procedere molto più lentamente rispetto a Minecraft, che può essere utilizzato anche a distanza o a casa propria”.
Ci puoi dire come le case di sviluppo e di pubblicazione dei rispettivi videogiochi hanno supportato tutto ciò?
“Per Minecraft Education edition il supporto di Microsoft avviene in modo più indiretto. Attraverso aggiornamenti costanti, nuove idee create e condivise da altri insegnati di tutto il mondo e tutorial specifici per aiutare sia grandi che piccoli ad entrare correttamente in questo universo digitale.
Per quanto riguardo Warhammer invece, il supporto è stato diretto e fondamentale. Attraverso il programma Warhammer Alliance, un progetto che si dedica all’educazione e alla divulgazione di questo settore co cui ho preso contatto, ho potuto ricevere tutto il materiale necessario per iniziare questa avventura”.
C’è qualcosa che vorrebbe dire a chi ancora è incline a non vedere di buon occhio questi strumenti educativi?
“La prima cosa che devo specificare è che questi metodi non sono applicabili sempre e non sono da utilizzare in sostituzione delle normali e fondamentali attività scolastiche. Queste attività servono come strumenti per veicolare un messaggio, un argomento o per cercare di risolvere un bisogno che gli studenti hanno. La seconda cosa è che per portare questi strumenti ad un livello di qualità accettabile c’è bisogno si studio ed esperienza da parte dell’insegnate. Senza la passione, la conoscenza del mezzo e dell’argomento da affrontare si rischi di fare più danni che altro.
Detto questo credo profondamente che la scuola debba offrire numerose opportunità a tutti i propri studenti in modo da far conoscere il più possibile tutto quello che si trova fuori dalla porta della classe. Se avete ancora dubbi sull’utilizzo della tecnologia, del digitale o dei giochi a scuola, vi invito ad assistere ad un’attività scolastica di questo tipo o a parlare con un insegnate senza troppi pregiudizi. Quello che vedrete o sentirete vi potrà stupire!”.
*Davide Scalabrin – CGD Progetto Avatar