Gli angeli della montagna. Paolo Sandri (Soccorso Alpino di Schio): “Gli interventi più difficili? Quelli in parete”
La montagna è un luogo meraviglioso che però può diventare in alcuni casi altamente rischioso per la nostra sicurezza. Per fortuna a fianco degli escursionisti ci sono degli “angeli custodi”: sono i volontari del Corpo Nazionale Soccorso Alpino, persone specializzate per fronteggiare l’emergenza negli ambienti più impervi.
Ospite di Radio Eco Vicentino Paolo Sandri, capostazione e tecnico elisoccorso alpino nel dipartimento di Schio, ci ha raccontato la sua esperienza: ”Per entrare a fare parte del Soccorso Alpino bisogna avere tra i 18 fino ai 45 anni, avere esperienza di alpinistica e conoscenza del territorio: è necessario saper arrampicare, movimentazione sul ghiaccio verticale, capacità di sciare su tutti i tipi di neve. La qualifica di operatore del Soccorso Alpino si ottiene dopo aver frequentato un corso di un anno”.
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In Italia questa importante attività viene svolta su base volontaria: la stazione di Schio può contare su 25 persone, mentre a livello regionale si arriva a circa 800 unità: “Siamo tutti volontari – spiega Sandri -e l’unica indennità che noi prendiamo in caso di chiamata, se siamo costretti ad abbandonare il posto di lavoro, è la retribuzione dell’intera giornata lavorativa. Il capo stazione è il referente della zona e organizza esercitazioni. Facciamo una quarantina di interventi all’anno, che riguardano cadute in parete, infortuni che avvengono lungo i sentieri e in ambiente innevato, fino alla ricerca di persone scomparse”.
Le operazioni più difficili sono le cadute durante le arrampicate in parete: “In questo caso il nostro intervento è quello di arrivare più vicini possibili con la macchina e poi partire a pedi con l’attrezzatura necessaria: da in cima si inizia la calata della barella per il recupero del superstite” precisa.
Paolo Sandri detiene anche la qualifica di tecnico di elisoccorso: “È una figura professionale del soccorso alpino, la base è a Verona, siamo in 13 nella nostra delegazione e copriamo le tre province di Vicenza, Padova e Verona – spiega Sandri – siamo i primi che scendiamo con il verricello a terra, ci coordiniamo via radio con l’equipaggio di bordo sanitario e decidiamo se è possibile o meno l’evacuazione”. Gli operatori elisoccorso possono essere chiamati anche in altre regioni in caso di calamità naturali come terremoti, forti tempeste, valanghe, dove si utilizzano anche unità cinofile per la ricerca di eventuali sopravvissuti.
Troppe volte il Soccorso Alpino interviene in situazioni che potrebbero essere evitate con un po’ di attenzione da parte degli escursionisti: è necessario fare molta attenzione nell’affrontare arrampicate o sentieri che possono sembrare inizialmente semplici ma in realtà possono nascondere delle insidie, dal terreno cedevole ai cambiamenti improvvisi meteorologici”. Bisogna scegliere i sentieri in base alle proprie capacità – raccomanda Sandri – informarsi sul tipo di percorso se non lo si conosce, su il tempo di percorrenza, sulle condizioni meteo, avere l’attrezzatura e l’abbigliamento adeguati al percorso che si vuole affrontare, portarsi nello zaino un’alimentazione adeguata soprattutto l’acqua nel periodo estivo”.
Un intervento che è rimasto nel cuore a Paolo è quando, è atterrato per soccorrere una persona colta da malore in un canale del Pasubio, è dovuto partire con la squadra di notte: “Siamo scesi per prestare soccorso a questa persona che stava male intorno la mezza notte, abbiamo fatto la calata al buio e una volta raggiunto l’escursionista, abbiamo scelto di aspettare insieme la mattina l’arrivo dell’elicottero; nel frattempo il gestore del rifugio Papa ci portava delle bevande calde. Poi all’alba è arrivato l’elicottero e lo ha portato via – conclude -. La persona soccorsa, che era uno scalatore esperto, ci è stata riconoscente, da lì è nata un’amicizia”.
Andrea Falcone