Fanno ostruzione sottraendo beni aziendali in procedura fallimentare. Tre denunce
Sequestro di attrezzature, mezzi di trasporto e macchinari del valore di circa 1,5 milioni di euro da parte della Guardia di finanza provinciale, che ha posto un “freno preventivo” a operazioni sospette portate in campo da tre soggetti legati a un’azienda vicentina sotto procedura fallimentare. Si tratta della Marchioro Sas Di Marp Srl di Isola Vicentina – dichiarata fallita dal Tribunale nel luglio 2019 -, storica azienda della zona con sede nella frazione di Castelnovo, operante nel settore della produzione e lavorazione di materie plastiche.
Secondo le accuse delle Fiamme Gialle, in base alle indagine svolte, tre dirigenti con diverse funzioni poi denunciati avrebbero distratto dei beni aziendali sottraendoli alla disponibilità del curatore designato dal Tribunale. Turbativa d’asta e bancarotta fraudolenta patrimoniale i pesanti capi d’accusa.
Si tratta nel dettaglio di automezzi di proprietà dell’azienda, macchinari, attrezzature, impianti di lavorazione, arredi d’ufficio, sistemi di sollevamento, carrelli elevatori, elettronica d’ufficio, stampi per manufatti in plastica, altri beni in leasing e rimanenze di magazzino. Se secondo le procedure sancite dalla legge in materia di reati fallimentari, infatti, solo il curatore incaricato del recupero di liquidità poteva disporre e quindi mettere in vendita ciò che rimaneva dell’attività produttiva ormai chiusa da oltre un anno. Coinvolta una seconda azienda, la Sfm srl sempre di Isola, che dava in locazione l’immobile.
Le accuse su questo tipo di condotta definita come di ostruzione alle pratiche di rito vertono su G.T., responsabile amministrativo (54 anni), sul socio unico pro-tempore (D.M., 59 anni) e del legale rappresentante, una pensionata di 82 anni (L.C.), di una seconda impresa che risulta proprietaria dell’immobile dove nel frattempo i beni distratti arbitrariamente dalla sede originaria erano stati stoccati, senza alcuna autorizzazione. Di fatto, facendoli “sparire dalla circolazione”, si era ostacolato il lavoro del curatore fallimentare che non aveva potuto prenderne pieno possesso, come garantito dalla legge, e proporli agli eventuali acquirenti interessati.
Messi letteralmente “alla porta”, quest’ultimi, seppure legittimati a visionare i beni per poi presentare l’offerta e concludere la compravendita secondo la prassi legittime. Dopo aver acquisito il fascicolo delle indagini, il procuratore del Tribunale vicentino ha autorizzato il sequestro dei materiali e macchinari sopra descritti, a tutela degli enti creditori. Il tutto è stato ora affidato in custodia ad una società specializzata di Milano. L’ordine di sequestro è stato eseguito a stretto “giro di posta” telematica dai finanzieri del capoluogo berico, per evitare ulteriori occultamenti, con convalida del gip. Stimato in 1.577.000 euro circa il valore complessivo di tutti i beni oggetto del contendere.