La Casa perde dopo 24 anni l’appalto di Montecchio Precalcino: futuro incerto per 80 operatori
L’Ipab La C.A.S.A. di Schio perde, dopo 24 anni (e come si temeva da tempo viste le scelte dell’Ulss 7 Pedemontana) la gestione dei servizi per disabili gravi e pazienti psichiatrici presenti nel centro servizi di Montecchio Precalcino e con essi si fa incerto il futuro per un’ottantina di operatori che là erano impegnati e che ora non vogliono passare ad un contratto di lavoro del privato sociale.
È di ieri infatti la pubblicazione “provvisoria” da parte dell’Ulss7 Pedemontana della graduatoria della gara per la gestione della struttura di Montecchio Precalcino, un servizio che ospita 38 disabili gravissimi e 95 psichiatrici. La graduatoria vede vincitrici due cooperative: la Promozione e Lavoro di Veronella (Verona) per il lotto 1 che vede accorpare il servizio a oggi suddiviso fra “Il Cardo” e la “San Michele”, e il lotto 2 al Consorzio Prisma per il nuovo centro psichiatrico che sarà costituito con questo nuovo progetto.
La gestione dell’intero servizio per quasi cinque lustri era stata effettuata dal centro servizi La C.A.S.A di Schio, in forza di una convenzione a suo tempo stipulata con l’Ulss 4.
“Pur coscienti che la nostra partecipazione alla gara non sarebbe stata semplice – afferma il
presidente del consiglio di amministrazione de La C.A.S.A, Giuseppe Sola – soprattutto sul fronte punteggio economico legato al contratto di lavoro delle cooperative su cui è stata impostata la gara, ci siamo mossi in raggruppamento temporaneo d’impresa con una cooperativa locale per essere in grado di competere con altri concorrenti; questo, forti della nostra esperienza ventennale e di una gestione da tutti riconosciuta positiva dal punto di vista della qualità. Non è andata come speravamo”.
“Il problema che La C.A.S.A. si trova oggi ad affrontare – prosegue Sola – riguarda il
personale distaccato presso la struttura di Montecchio, circa un’ottantina di figure professionali, dove, venuta meno la clausola sociale a suo tempo inserita nel testo della convenzione, sembra non abbiano nessuna intenzione di passare da un contratto di lavoro pubblico a uno privato o di cooperativa. Da subito, sapendo i rischi di una gara dove noi come Ipab eravamo una mosca bianca, ci siamo mossi di concerto con le organizzazioni sindacali per prospettare una soluzione, sempre nell’ambito pubblico, a queste figure, cercando possibili collocazioni in altre strutture del territorio o nell’Ulss. Questo comportando senz’altro un gravoso impegno per la nostra struttura, sia sotto
l’aspetto organizzativo che economico”.
“Da ultimo – conclude il presidente del centro servizi per anziani di Schio – ritenendo di avere tutte le caratteristiche e l’esperienza per gestire al meglio una simile struttura, riteniamo doveroso un accesso agli atti per visionare il progetto tecnico del vincitore, magari per far tesoro di aspetti che andranno ad arricchire il nostro bagaglio di conoscenze nell’ottica di progetti futuri che metteremo in campo in favore degli anziani
e delle persone fragili del territorio”.
Peraltro, questa crisi si inserisce in un momento difficile anche per altre Ipab, data l’ecatombe di ospiti avvenuta nel corso del 2020 a causa dell’epidemia da Covid-19, con più enti ai quali son ora saltati i pareggi di bilancio, essendo venuti a mancare una serie di introiti.
Sulla questione interviene anche il Sindaco di Schio, Valter Orsi che, esprimendo la propria amarezza è stato messo a conoscenza della notizia. “Sono stupito ma non troppo di questo esito considerato il tenore del bando emesso dall’Ulss, il quale, nonostante le rassicurazioni che ricevemmo a Venezia, è stato impostato in modo chiuso e indirizzato esclusivamente alle cooperative, riducendo quindi il budget per il costo del personale che in queste realtà risulta essere più basso rispetto al costo del dipendente pubblico come quello di una Ipab. Sono preoccupato di questa evoluzione nella gestione di servizi mirati a persone fragili e ritengo che la volontà regionale e dell’Ulss di ridurre i
costi di gestione non vada nella direzione idonea per un miglioramento del servizio stesso”.
Orsi infatti è convinto che “riducendo il costo del personale, di certo non si arriverà a un miglioramento. Spero solo a questo punto che i vincitori possano garantire gli standard qualitativi che il personale della C.A.S.A aveva raggiunto e offerto a questi utenti. Ringrazio, – conclude il Sindaco – la struttura dell’ Ipab per tutto il lavoro svolto sino ad ora e colgo l’occasione per manifestare la mia vicinanza e massima collaborazione per affrontare questo periodo che ci aspetta”.
Per le Rsa di Montecchio Precalcino un bando al massimo ribasso. Ipab La Casa a rischio