L’Omo va… sui pedali e in maglia rosa. Domani il Trofeo Tessitore al Giro Under 23
L’Omo si alza sui pedali e scatta sul traguardo. Sprint finale infatti per il Trofeo Tessitore, la statuetta realizzata dal Distretto della Scienza e Tecnologia e donata al comune di Schio con l’intento di divenire un premio ufficiale simbolo della città. E così sarà domani – e per la prima volta – al termine della tappa del Giro d’Italia Under 23 in lungo e in largo per l’Altovicentino con partenza proprio dalla città dell'”Omo”. Andrà al detentore della maglia rosa al termine della tappa in partenza proprio dal centro di Schio, come riconoscimento ufficiale da parte della comunità.
Il primo monumento dei lavoratori, completato nel 1879 da Giulio Monteverde su commissione di Alessandro Rossi, è stato riprodotto fedelmente in miniatura attraverso le più moderne tecnologie. I passaggi? Scansione digitale della statua originale, modellazione e stampa 3D, elettroformatura e incisione al laser. Il risultato? Una statua su un basamento in marmo rosso di Asiago per un’altezza complessiva di 28 centimetri. Tutta la lavorazione del manufatto è riassunta in una magnifica clip video. E tutte le aziende coinvolte nei vari processi di realizzazione sono vicentine.
Per il premio si tratta del debutto assoluto, e nessuno nasconde un pizzico di emozione visto il grande significato storico che racchiude il simbolo dell’operosità e della vita sociale degli scledensi, abbinati all’innovazione. “È un momento di grande soddisfazione – ha dichiarato il sindaco Valter Orsi – il Trofeo inizia il suo viaggio in un momento prestigioso e di visibilità per la nostra città”.
Ad accodarsi Luca Fabrello, primo ideatore del manufatto hightech: “siamo felici che il Trofeo Tessitore inizi ad accompagnare la storia della città di Schio. È significativo e benaugurante che il nostro Omo si affianchi a una delle manifestazioni sportive nazionali più prestigiose e venga assegnato a chi incarna l’eccellenza vestendo la maglia rosa: in un certo senso, qui siamo pieni di imprese per così dire campionesse, che a pieno titolo potrebbero vestirla”.