L’ultimo km di “Gigi” Conti, azzurro del mezzofondo che trovò casa e affetti a Schio


Sulla foto in bianco e nero stampata sull’annuncio funebre si nota il numero di pettorale 63, sull’immagine a colori che lo ritrae in tempi recenti, quelli del riposo, la cifra che ricorda gli anni percorsi in vita recita, 87. E’ stata una lunga corsa quella che ha portato Gigi Conti da Lecco a Schio, impegnativa ma ricca di vittorie e soddisfazioni, certo, quanto di sudore e di fatica.
Un traguardo dietro l’altro raggiunto, alcuni con le braccia alzate al cielo, altri con il sorriso stampato in volto. Il più importante, probabilmente, quello di aver trovato nell’Altovicentino una casa e una famiglia da costruirsi su fondamenta solide, insieme alla moglie Clara qui conosciuta, lei altopianese d’origine. E scledense per così dire “d’adozione”, dopo le carriera dell’atleta Luigi Menti, specialista negli anni ’60 del mezzofondo dei 5 e 10 mila metri – ma anche nel cross, o meglio dire nella corsa campestre di quei tempi -, nazionale azzurro e più volte campione italiano.
Fu una proposta irrifiutabile giunta da Mario Lanzi, altro mito dell’atletica leggere italiana che proprio a Schio ha lasciato il segno – il palasport di via Martiri della Libertà porta non a caso il suo nome -, a portare Gigi Conti da queste parti. Un contratto di lavoro per conto di un’azienda della zona, in abbinata alla possibilità di continuare ad allenarsi per portare in alto i colori azzurri. Classe ’37, Conti ha vissuto anche il fascino dei Cinque Cerchi e per di più “in casa”, nell’edizione delle Olimpiadi di Roma del 1960 (12° posto finale). I 5 mila metri piani forse la sua specialità preferita – tre i titoli italiani individuali conquistati – ma si è cimentato al “galoppo” anche su altre distanze più faticose, fino alla maratona.
A Schio Luigi Conti ha vissuto per quasi 65 anni, da quell’anno 1961 in cui rispose con un sì a Mario Lanzi. Scelta di sport, scelta di vita. Gareggiò fino al ritiro per i colori giallorossi della società di atletica della città, per poi dispensare consigli ed esercizi per decenni ad altri atleti vicentini come era stato lui, delle più disparate discipline, non solo l’atletica suo primo e unico amore sportivo. Giunto all’età della pensione, Luigi è sempre rimasto fedele ai suoi valori di sportivo, fino a quando la malattia lo ha accompagnato nell’ultimo “giro di pista”, assistito nei centri Ipab di Breganze e di Schio e dai familiari, fino all’addio.
Oltre alla già citata moglie Clara, si uniscono nel lutto i figli Maurizio, Susy e Mauro, i nipoti e tutti gli altri parenti addolorati per la perdita. La messa di suffragio sarà celebrata sabato, alle 10, nella chiesa del Sacro Cuore nel centro di Schio. Domani alle 18, invece, la veglia di preghiera.