La “Modelleria Finozzi” sotto inchiesta per frode fiscale. Tre società coinvolte e due arresti: i retroscena
Otto misure cautelari emesse dalla Procura di Vicenza, un’inchiesta approfondita sulla base delle ispezioni della Guardia di Finanza berica, un noto imprenditore di Malo e un consulente entrambi agli arresti domiciliari. Con un “buco” nell’erario, stimato in circa 620 mila euro di tasse non pagate, su cui la proprietà della “Modelleria Finozzi” dovrà dar conto in sede giudiziale, al pari dell’attuale sede di MMV Srl, Modelleria Meccanica Veneta.
Il tema saliente è quello dell’evasione fiscale, in merito alla notizia diffusa ieri dal comando della GdF di Vicenza, dopo il nulla osta della Procura, che però non riportava i destinatari delle notifiche delle misure restrittive, e nemmeno quelli dei i due uomini finiti in stato di arresto. A rivelare i loro nomi è stato il Giornale di Vicenza, e si tratta di Franco Finozzi, imprenditore vicentino 58enne titolare dell’azienda sopracitata con sede a Molina di Malo, e Paolo Espen, esperto di finanza e fiscalità di residenza veronese.
Entrambi sono stati raggiunti nei giorni scorsi da un ordine di custodia in regime di arresti domiciliari, mentre altre otto persone risultano indagate, tra loro ci sarebbero anche alcuni dei familiari – i due figli in particolare – dell’imprenditore noto anche per il suo attivismo politico nel Comitato per la Liberazione Nazionale del Veneto, e anche un avvocato oltre a più figure di consulenza. Le accuse nei loro confronti e la notizia del sequestro di beni per 1,4 milioni di euro sono contenute in un articolato documento inoltrato alla stampa dal comando di Guardia di Finanza, in cui viene ricostruito nei dettagli il modus operandi – denominato “sistema Anguilla” – finalizzato ad evadere le imposte. Avranno modo di difendersi dalle inadempienze e dall’ipotesi di frode loro contestate.
In estrema sintesi, sarebbe stato architettato un valzer di documentazione e spostamenti di denaro tra la società originaria e altre due nate ex novo, favorendo la MMV Srl di Molina e distraendo beni per centinaia di migliaia di euro dalla Modelleria Finozzi e dalla disponibilità personale del titolare. Immobili venduti sottocosto (a parenti) in base ai riscontri, rapporti tra tre diverse società formalmente distinte ma ritenute collegate agli affri al 58enne di Malo e trasferimenti finanziari in conti esteri sono stati al setaccio dagli investigatori del nucleo del 117, in particolare dalla tenenza di Schio, competente territorialmente.
Parte delle somme di denaro “scomparse” dai conti ufficiali dell’azienda altovicentina, anche grazie alla collaborazione delle forze di polizia europee Eurojust, sono state recuperate in Austria e Bulgaria e “accantonate” in vista del possibile risarcimento alla casse pubbliche, in caso di definitiva condanna. Esiste poi un secondo capitolo di indagine a carico degli stessi protagonisti. I controlli della finanza infine avrebbero consentito di individuare a carico di alcuni tra gli indagati, infatti, una indebita percezione di contributi (a fondo perduto) per 35 mila euro, previsti dallo Stato per compensare le conseguenze economiche nefaste dell’emergenza da Covid-19: una delle società avrebbe “gonfiato” il fatturato del 2019, dichiarando un ammanco da emergenza epidemiologica che, secondo l’approfondimento sempre della Guardia di Finanza di Schio, nei fatti risulta inesistente.
I capi di accusa di rilevanza penale di cui gli indagati dovranno rispondere sono: sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, ricettazione e indebita percezione di erogazioni pubbliche.