Spv, inaugurato il tratto Malo-Montecchio: ma si apre alle 18 di domani. Il raccordo all’A4 tra 3 mesi
Oggi l’inaugurazione ufficiale con la passerella di autorità politiche locali e nazionali e abbondanza di discorsi da parte degli esponenti presenti – da Salvini per il Governo a Zaia per la Regione Veneto – , da domani la percorribilità piena del tracciato della Superstrada Pedemontana Veneta. Si apre dunque il tratto Malo-Montecchio Maggiore, compreso il tunnel che fu per due volte bloccato dalle ordinanze di sequestro giudiziario per diverse inchieste, dando sfogo al flusso di veicoli che potrà così raggiungere le valli del Chiampo e dell’Agno dall’Altovicentino senza passare per il traforo Schio-Valdagno o per la strada provinciale Priabonese.
A mancare all’appello, alla vigilia del nuovo anno, sarà solo il raccordo con l’autostrada A4, o meglio dire l’interconnessione con il nuovo casello e lo svincolo. Il il presidente regionale ha annunciato proprio stamattina sarà aperto entro la fine del mese di marzo 2024, con uno slittamento di ulteriori tre mesi rispetto al precedente avviso. Più di 110 i Comuni del Veneto attraversati dalla lingua d’asfalto, 14 i caselli, per una spesa di 2,25 miliardi di euro. E un pareggio di bilancio tra costi e ricavi, al netto delle manutenzioni ordinarie, previsto nel biennio 2033/2034.
Per percorrere l’intera Spv per i 94,2 km complessivi – quindi da Montecchio Maggiore a Spresiano nel Trevigiano – si deve corrispondere un pedaggio di 15.90 euro. Per il tratto in apertura che collega i due comuni vicentini si pagheranno 4,10 euro. E’ il più lungo tra i sette inaugurati in successione, per 22,3 km. Attraversa Malo, Isola Vicentina, Cornedo, Brogliano, Castelgomberto, Trissino e Montecchio Maggiore ed è caratterizzato da due gallerie: Sant’Urbano per 1,6km e Malo per 6,4. Per il “via libera” ufficiale si dovranno attendere le ore 18 di venerdì 29 dicembre, data prevista inizialmente e confermata, in ragione del funerale di Vanessa Ballan, la giovane donna – in gravidanza – uccisa lunedì a Riese Pio X. La cerimonia del taglio del nastro, in calendario per domani, è stata anticipata di un giorno a questo scopo dopo la proclamazione del lutto regionale.
“La Pedemontana è un’infrastruttura che guarda al futuro – ha dichiarato Zaia stamattina – e lo fa con grande attenzione per l’ambiente: nella scelta progettuale di effettuare lunghi tratti in trincea, riducendone l’impatto sul paesaggio, ma anche dal punto di vista del risparmio. La Pedemontana toglie traffico dalle strade secondarie – ha aggiunto in una parte del suo discorso.- , spesso intasate dai mezzi pesanti, e consente di diminuire le emissioni in atmosfera perché si riducono i tempi di percorrenza e le quantità di carburante. Ma soprattutto quello che inauguriamo oggi è una nuova modalità di connessione con una parte del Veneto fino a oggi rimasta isolata”.
Stamattina presenti a San Tomio di Malo il sindaco locale Moreno Marsetti e altri colleghi dell’Altovicentino e di altri Comuni del Veneto, ad accompagnare il presidente regionale Luca Zaia e il Ministro delle Infrastrutture – e vicepremier – Matteo Salvini. Nel corso della cerimonia odierne è stato ricordato anche l’operaio siciliano Sebastiano La Ganga, morto proprio nel sottosuolo maladense a 54 anni per il distacco di un masso nel corso dei lavori di traforo nel 2016. Purtroppo non l’unica vittima nei cantieri vicentini in dieci anni di lavori sulla Pedemontana Veneta: un mese fa un incidente stradale è costato la vittima a un vigilante notturno, a inizio estate 2020 un dipendente di una ditta esterna fu colto da malore nella notte a Cornedo, più indietro l’infortunio mortale a Mason, a gennaio 2019, con vittima Gianfranco Caracciolo, operaio calabrese di 37 anni rimasto folgorato.
A distanza di una ventina d’anni dal primo progetto (del 20o2) e dall’anno 2009 in cui vi fu l’aggiudicazione dei lavori al consorzio Sis, da domani si può dire che manca davvero solo “l’ultimo chilometro” per la piena disponibilità della Spv, anche se nei fatti l’intero tracciato è percorribile, con il punto dolente (temporaneo nelle previsioni) dello “scarico” del traffico in entrata e soprattutto in uscita nella città di Montecchio Maggiore e sulla sua viabilità.