Tamponiamo quando servirebbe prevenire: l’ira di Marsetti dopo l’annuncio dei fondi per maltempo

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Da una parte la speranza, flebile ma ancora viva, dall’altra il sano realismo di chi teme, dopo il danno, “la beffa”. L’annuncio dei 26milioni di euro a valere sul Fondo per le emergenze nazionali, per far fronte al maltempo di maggio e giugno scorsi in tutti i comuni veneti colpiti, ha lasciato inevitabilmente scontenti i primi cittadini vicentini i cui comuni, loro malgrado, sono stati protagonisti di eventi meteorologici che a più riprese hanno provocato danni ingenti sia al patrimonio privato che a quello pubblico.

Tra i più preoccupati c’è Moreno Marsetti che nella sua Malo ha pagato dazio con ben due ponti spazzati via dalla furia del Livergon e danni al patrimonio pubblico per quasi 10 milioni di euro, senza naturalmente contare quanto patito da aziende e privati: “Io auspico si tratti di una prima tranche di aiuti – ammette sfiduciato il sindaco maladense – perchè è evidente che non basteranno in alcun modo. Anche se solo ci limitassimo al solo alto vicentino, una conta sommaria rileva come queste cifre non consentano che un parziale tamponamento in emergenza”.

E se la questione affrontata anche ieri durante gli “Stati Generali dei Comuni Montani del Veneto” a Tonezza del Cimone ha ampliato le considerazioni su un clima ormai in rapida evoluzione con mutamenti che avranno impatti significativi anche nel breve termine, è lo stesso Marsetti – tra i relatori al convegno – a puntare il dito contro l’immobilismo soprattutto del governo centrale: “La regione ci ha risposto – tuona Marsetti – ma da Roma arrivano solo notizie di tagli agli enti locali. E minori entrate in parte corrente significano meno manutenzione che è proprio ciò che invece servirebbe: dove dovremmo prendere i soldi per mettere in sicurezza un territorio che abbisogna di interventi spesso strutturali? Se noi avessimo le risorse – chiosa piccato il sindaco – sapremmo bene cosa fare e certamente agiremmo con celerità. Serve un tavolo per definire priorità e strategie: i cittadini le risposte le chiedono a noi ed io voglio darle, anche quando non mi competerebbe. Siamo la prima linea sul territorio, ma siamo un esercito senza armi: la spending review la facciano nei palazzi romani, non coi comuni virtuosi che lottano contando i centesimi”.