Claudia porta un… Raggio di Sole. E un aiuto alle donne che affrontano il tumore al seno

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Claudia Guido sa bene cosa significa avere a che fare con il tumore al seno. E ne parla in qualità di presidente dell’associazione Raggio di Sole, un sodalizio che fornisce un aiuto fondamentale alle donne che soffrono di questo male. Una realtà di cui si è parlato ai microfoni della rubrica di Radio Eco VicentinoParlami di Te“. “Quando ho scoperto di avere un tumore al seno – racconta Claudia – lavoravo in sala operatoria. Un giorno ho iniziato a sentire dolorini che non avevo mai avvertito prima. E poi, quella sera stessa, al tocco ho scoperto che c’era questo intruso”.

L’impatto è stato forte: “Un vero shock. La paura era totale e paralizzante. Superata questa fase iniziale, mi sono chiusa in me stessa. Non volevo parlare con nessuno, non volevo incontrare nessuno. Ho poi cercato un pò alla volta di aprirmi. Prima con una collega, poi con mia mamma e infine con mio marito. E da lì è nata la voglia di riscatto”.


“Nel momento in cui ho iniziato a condividere la mia storia sui social – prosegue -, hanno iniziato a scrivermi in tanti. A partire da quel momento abbiamo creato un movimento che è cresciuto sempre di più”. Fino a che, ad un certo punto del suo percorso, Claudia incontra l’associazione della quale diventerà in seguito presidente: “Raggio di Sole esiste dal 1996, ed era già una realtà solida, importante per l’Alto Vicentino. Ha sempre collaborato con il reparto di oncologia dell’ospedale di Santorso, dove io lavoravo. Ero determinata a supportare coloro che davano un aiuto concreto a chi affrontava il mio stesso problema, e così è nato il sodalizio”.

L’associazione fornisce una vasta gamma di servizi: “Il supporto psicologico viene dato da professionisti qualificati che collaborano con noi. Abbiamo potenziato i gruppi di psicoterapia, che rappresentano da sempre l’attività principale. A ciò se ne aggiungono altre che vanno dal ludico allo sportivo, per arrivare ad attività creative. Importantissimo, negli ultimi anni, è lo spazio parrucche. Infatti una delle difficoltà più grandi che le donne incontrano durante la chemioterapia è la perdita dei capelli. La nostra associazione ha pertanto avviato un ricircolo di parrucche usate, che vengono rimesse a nuovo e concesse in comodato d’uso gratuito a tutte le persone che ne fanno richiesta”.

Non mancano le attività educative nei confronti delle nuove generazioni: “Un paio di anni fa abbiamo creato un progetto per insegnare l’autopalpazione del seno. La cosa interessante è che, a livello di età, il target che ci eravamo prefissi andava dai 14 ai 25 anni. Invece, quando abbiamo fatto questi laboratori, sono arrivate richieste di partecipazione anche da parte di donne molto più grandi. E se qualcuno ci chiede di imparare non possiamo assolutamente chiudere le porte. Pertanto abbiamo organizzato moltissime serate a tema”.

Uno dei momenti più delicati da affrontare è indubbiamente quello in cui la donna scopre di avere un tumore al seno. A questo proposito “nel percorso oncologico è prevista la figura di uno psicologo clinico inserito all’interno dell’équipe multidisciplinare. Quindi tutte le pazienti sono seguite fin dal ricovero in ospedale. Uno dei momenti più critici è quello che noi definiamo ‘salto nel buio‘. Ovvero il momento in cui finiscono le terapie e si ritorna a quella pseudonormalità che però non ha nulla di normale. Come associazione non possiamo sostituirci ai servizi che vengono erogati. Però possiamo comunque dare un aiuto nel momento più delicato”.

Per concludere, Claudia torna sulla sua esperienza personale. “Se c’è qualcosa che ho imparato è il non negarmi nulla. Devo vivere fino in fondo la mia vita. Che non significa che io sia diventata sconsiderata. Semmai sono diventata più selettiva in merito alle cose che voglio fare e alle persone che voglio avere al mio fianco”.

Gabriele Silvestri