Domani l’ultimo saluto ad Anna, vittima di femminicidio
Si terrà domani nel pomeriggio alle 15 nella chiesa parrocchiale di Marano Vicentino, dedicata a Santa Maria Annunziata, il funerale di Anna Filomena Barretta. Sarà il giorno dell’addio alla donna di 42 anni, mamma di due ragazzine e cassiera all’ipermercato Carrefour di Thiene, uccisa da un colpo di pistola nelle prime ore dello scorso 20 novembre, proprio all’interno dell’appartamento in via Aldo Moro dove aveva vissuto per 16 anni con il marito Angelo Lavarra e le figlie minorenni. Nell’abitazione coniugale era ritornata da pochi giorni, a un mese dalla separazione. L’uomo, detenuto in cella in attesa di giudizio, è ora accusato di omicidio volontario.
Il funerale si terrà in forma strettamente privata a tutela delle figlie. La salma della donna, dopo la cerimonia religiosa celebrata dal parroco don Fabio Balzarin, per volere della madre e della sorella proseguirà poi per la Puglia e sarà tumulata nel cimitero di Massafra, in provincia di Taranto, paese d’origine sia suo che del marito.
Ieri l’autorità giudiziaria aveva dato il nulla osta per la sepoltura, a più di tre settimane dalla morte: è stato necessario infatti effettuare una seconda autopsia sul cadavere, al fine di ottenere tutti i riscontri richiesti dagli inquirenti. Rilievi e ulteriori accertamenti necessari allo scopo di ultimare il quadro accusatorio verso il marito, guardia giurata, che si trova in carcere a Vicenza dallo scorso 29 novembre.
Un’accusa che potrebbe trasformarsi in omicidio premeditato se le indagini dei carabinieri – coordinati dal pm Salvadori – troveranno i riscontri che si stanno verificando in questi giorni. Lavarra, secondo quanto sospettano i carabinieri, avrebbe infatti simulato il suicidio della donna dopo averle sparato un colpo di pistola con la sua Beretta. A insospettire, anche il fatto che l’uomo è rientrato con due ore d’anticipo dal turno lavorativo notturno. Lavara continua a dichiararsi innocente, ma dopo un lungo interrogatorio ha ammesso con i carabinieri del nucleo investigativo di Vicenza, coordinati dal colonnello Giuseppe Bertoli, di aver spostato il cadavere dalla cucina alla camera da letto (“in preda al panico”) e di aver ripulito l’abitazione dal sangue. Il motivo del barbaro femminicidio, andrebbe ricercato in una gelosia ossessiva e possessiva che portava l’uomo a controllare la moglie, da cui si stava separando.
Le figlie della coppia sono state affidate temporaneamente ad una famiglia affidataria, in attesa delle decisioni del giudice per i minori, che intanto ha già nominato un tutore. “Attorno a loro – spiega il sindaco Marco Guzzonato – si è tessuta una rete di sostegno e ogni azione viene concordata con l’ufficio tutela minori dell’Ulss 7 Pedemontana, fin dal primo momento”.