Individuata la gang autrice del pestaggio di Halloween. In comunità un 17enne
Ci sarebbe la baby gang di piazza Falcone-Borsellino dietro l’aggressione e lesioni ai danni di Alberto Ferretto, il giovane filmaker pestato a sangue a Marano lo scorso 1 novembre nel parcheggio di un locale. Ad aggiungersi al nome noto alle forze dell’ordine di Karim El Moutaoukil, presunto “capo” della banda di adolescenti dediti a estorsioni, spaccio di droga (anche nelle scuole) e violenze di ogni genere, c’è anche un 17enne di origine straniera ma cresciuto nell’Altovicentino. Da martedì scorso il delinquente in erba è stato collocato in una comunità di recupero su disposto del Tribunale per i Minorenni di Venezia. Parte dei delitti per cui risulta indagato El Moutaoukil – in carcere da fine ottobre – vedrebbero il minore come complice, e quest’ultimo sarebbe tra i “picchiatori” che hanno sfigurato il giovane maranese, ricoverato per 5 giorni e con una prognosi di 40.
L’accusa rivolta al minore consegnato in comunità consiste in lesioni gravissime, in concorso con altre persone, a cui si aggiungono altri capi di reato precedenti: lesioni ed estorsione. E’ ritenuto il braccio destro della mente del gruppo, tanto da affiancarlo lo scorso 26 ottobre in una spedizione punitiva nei confronti di un ragazzo che avrebbe fatto “da spia”. Una mossa che costò l’arresto al vertice del gruppo, evaso di fatto dagli arresti domiciliari cui era stato sottoposto.
Le indagini condotte dal consorzio di polizia locale Nord Est Vicentino, tutt’ora in corso e coperte dal massimo riserbo nelle scorse settimane, hanno individuato e identificato in tutto otto componenti della gang di delinquenti attiva tra Schio e Thiene: tutti tra i 17 e i 18 anni, con alcuni neomaggiorenni. A questi si aggiungono due ragazze, due “ladies” che per non essere da meno dei propri compagni di sballo si sarebbero dedicate alle estorsioni – accertato un episodio nei confronti di un’adolescente minorenne – per conto della banda.
“Io non faccio l’infame“. Un terzo minore, sentito dagli agenti di polizia locale, così si è espresso in risposta alle loro domande mirate, a testimoniare le modalità criminali scimmiottate da una ristretta cerchia di bulli divenuta nel tempo una banda di delinquenti macchiatasi di reati gravi a ripetizione. Percosse con pugni e calci, minacce di morte, pretese di denaro e oggetti di valore come sfondo alla rete di spaccio. Un bagaglio delinquenziale assortito quello messo in piazza nel 2018 dalla confraternita violenta, che di mese in mese si sarebbe “arricchita” di nuovi adepti. Ma che pezzo dopo pezzo le forze dell’ordine stanno tentando di smantellare.