La scuola, il calcio e il primo lavoro “da grande” a 19 anni. Cordoglio per la morte di Alioune
Non si placa il dolore per la tragica morte di Alioune Ndiaye, la cui giovane vita è stata spezzata all’alba di sabato su un tratto di strada “maledetto”, lungo la via Maranese che collega proprio Marano Vicentino a Schio. Tutt’altro che nuova a incidenti stradali con esiti mortali. Il ragazzo di soli 19 anni, nato in Senegal ma cresciuto fin dalla tenera età in Veneto, si era diplomato lo scorso mese di giugno e da tre settimane aveva trovato lavoro, in turno, in una ditta della zona. A travolgerlo e ucciderlo sul colpo – erano circa le 5.30 del mattino tra i chiarori dell’alba e i residui di oscurità – mentre pedalava in sella alla bici è stato un quasi coetaneo di rientro a casa dopo una nottata di festeggiamenti con gli amici.
All’indomani è emerso che il conducente era ubriaco, con limite alcolico di legge ben oltre la soglia. I militari accorsi avevano notato le condizioni psicofisiche incompatibili con il volante, disponendo accertamenti e denunciando successivamente il giovane automobilista per guida in stato di ebbrezza. Si tratta di un 23enne di Schio, per il quale sarà formalizzata l’accusa di omicidio stradale. Secondo le dinamiche note, si parla di investimento lungo la Sp10, con l’Alfa Romeo 143 di colore nero guidata dallo scledense – D.N. le iniziali – che percorreva la stessa carreggiata di marcia, fino a centrare la bici con a bordo l’operaio diretto in zona industriale scledense, all’altezza del cinema multisala Starplex. La vittima è stata sbalzata sul parabrezza e sull’asfalto, a distanza di svariati metri dal punto d’impatto, rendendo vani i soccorsi del 118.
Incommensurabile il dolore che sta patendo da sabato la famiglia di Alioune, avvisata alle prime luci del giorno dai carabinieri della disgrazia. Affiancato da tanta rabbia, espressa su più piattaforme del web. Il padre raggiunto da una telefonata dei carabinieri si è recato sul posto, lasciando la casa di Marano Vicentino da dove poche ore prima il figlio 19enne era partito di buona lena per il turno mattutino alla Polidoro Spa, nota azienda che produce bruciatori a gas e che aveva assunto come operaio il giovane da tre settimane. Rendendolo felice per l’opportunità di guadagnarsi uno stipendio dopo gli studi superiori conclusi con successo, e orgogliosi di lui i genitori. Parte dei primi soldi guadagnati li avrebbe investiti per la patente e magari una vettura tutta sua, un desiderio che condivideva con tanti altri giovani della sua età e che serbava fino al drammatico scontro che gli è costato la vita.
A rimanere allibita alla notizia nel corso del week end non è solamente la comunità locale residente nel paese altovicentino, dove il ragazzo è cresciuto e la famiglia si è integrata al meglio, ma anche l’istituto Engim Veneto dove Alioune Ndiaye si era formato, lasciando un accorato messaggio in sua memoria. E con un diploma di operatore meccanico che non si è fatto a tempo ad incorniciare: non aveva perso tempo, cercando e trovando subito un posto di lavoro, cosa di andava fiero. Anche il mondo del calcio a 5, lo sport che amava praticare, lo piange con amarezza. In particolare lo Schio C5 – ora Altovicentino Futsal – dove aveva militato fino a prima della pandemia, nelle squadre giovanili. La musica era senza dubbio un’altra sua vera passione, senza imbarazzo nell’esibirsi sul palcoscenico del patronato San Gaetano a Thiene durante gli spettacoli organizzati nel centro.
Proprio da qui è stata lanciata l’idea di un evento in suo omaggio, magari per farlo sorridere da lassù e inoltre raccontare la sua storia e quanto fosse apprezzato da chi lo conosceva, compagni, insegnanti e tecnici dei laboratori del patronato. Anche se in queste ore di lutto prevale la tristezza in vista di un primo momento di raccoglimento condiviso, dopo il rilascio del nulla osta della Procura di Vicenza, atteso non prima della fine della settimana in corso. In concomitanza del triste viaggio che, secondo le usanze, riporterà in Senegal la salma di un ragazzo che si stava affacciando in questa estate per la prima volta alla vita adulta. E che lascia i genitori e due sorelle maggiori.
“Se ne vanno così in un soffio 19 anni di vita vissuta intensamente, 19 anni fatti di affetti, famiglia e tante amicizie – si legge sui canali social dell’istituto di formazione superiore -. Se ne vanno con il tuo sorriso dolce e lo sguardo accogliente. Se ne vanno tanti sogni e speranze, di lavoro e futuro di chi aveva appena finito il suo percorso formativo. Se ne va la grazia e la bellezza del tuo portamento sicuro. Tanto se ne va, ma tanto resta! Restano i gesti gentili, le tue parole sempre attente, resta l’empatia e la capacità di accogliere tutti, soprattutto i più fragili. Resta la pazienza e l’umiltà, resta l’entusiasmo e la disponibilità a mettersi in gioco. Resta la fatica e l’impegno di chi deve guadagnarsi tutto perché non ha privilegi o sconti dalla vita“.