Mandò fuori strada un centauro, che morì, poi scappò: 1 anno e 8 mesi a un giovane automobilista
Nessuna pena avrebbe mai potuto ripagarli della perdita patita, date anche le modalità del tragico incidente, ma almeno un po’ di giustizia i familiari di Giacomo Luigi Xotta (in foto) l’hanno ottenuta: oggi, 22 novembre, in Tribunale a Vicenza davanti il giudice Matteo Mantovani il giovane automobilista che ha causato la morte del 64enne di Marano Vicentino, ha patteggiato un anno e otto mesi di reclusione con la sospensione condizionale per il reato di omicidio stradale aggravato dalla fuga e dall’essere stato commesso con una manovra di sorpasso vietata.
Marco Castelli, 21 anni, di Piovene Rocchette con quella manovra aveva infatto buttato fuori strada la moto di Xotta e poi era scappato dal luogo dell’incidente. Al giovane è stata anche comminata la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida per un anno (già scontato).
Il terribile sinistro era avvenuto nel tardo pomeriggio di domenica 28 maggio 2023 nella stessa Marano Vicentino, lungo via degli Alpini, tratto della Provinciale 132 (che da Marano porta a Malo) non distante dall’intersezione con via Carducci, e inizialmente si era pensato a una fuoriuscita autonoma provocata da un malore: Xotta era quasi giunto a casa in sella alla sua Honda CFR1000 e fu ritrovato senza vita nel terreno adiacente alla strada. L’ipotesi del malore aveva lasciato da subito molto perplessi i suoi familiari. Xotta, infatti, era un motociclista esperto (aveva anche fondato ed era consigliere del Motoclub Priabona) e stava rientrando proprio da un’uscita in motocicletta con alcuni soci del club. Non soffriva poi di particolari patologie e i compagni con cui aveva trascorso le sue ultime ore non avevano notato alcun problema di salute. Inoltre conosceva come le sue tasche quella strada, che aveva percorso migliaia di volte.
E infatti le indagini condotte dagli agenti della polizia locale dell’Alto Vicentino avevano presto portato alla luce un’altra verità: Xotta fuori strada in realtà vi è stato spinto da un’altro veicolo che procedeva nella sua stessa direzione, verso Schio: la Lancia Ypsilon di Castelli appunto, che tuttavia non si è fermato a prestare soccorso, ha tirato diritto ed è tornato a casa come se nulla fosse. Gli inquirenti erano però presto risaliti a lui.
Il pubblico ministero della Procura berica, Luigi Salvadori, titolare del procedimento penale, lo aveva quindi iscritto nel registro degli indagati per il reato di omicidio stradale con le aggravanti della fuga e del sorpasso vietato e alla fine delle indagini preliminari ne ha chiesto il rinvio a giudizio, richiesta prontamente riscontrata dal Gip con la fissazione dell’udienza preliminare che si è svolta oggi.
Più precisamente, il sostituto procuratore, per citare l’atto, ha imputato a Marco Castelli di aver causato la morte di Giacomo Luigi Xotta “per colpa costituita da negligenza, imperizia e imprudenza nonché da violazioni di leggi, regolamenti, ordini e discipline del Codice della strada (…). Per eseguire infatti una manovra di sorpasso dell’auto che lo precedeva nello stesso senso di marcia, occupava l’opposta corsia senza avvedersi della presenza, in detta corsia, della moto condotta da Xotta che, percorrendo la strada nello stesso senso di marcia, stava compiendo una analoga manovra, urtando così con la parte sinistra della sua automobile il motoveicolo il cui conducente, in conseguenza di ciò, perdeva il controllo del mezzo e usciva dalla carreggiata, percorreva il terreno posto ai margini della stessa fino a impattare con il terrapieno costeggiante via Carducci, riportando lesioni fatali. Con le aggravanti – scrive ancora il pm – di avere commesso il fatto su tratto di strada con striscia longitudinale di mezzeria continua, a seguito di sorpasso, e di essersi dato alla fuga dopo l’urto con il motociclo e la verificazione del sinistro”.
Di fronte alle sue schiaccianti responsabilità l’imputato, attraverso il proprio difensore, ha dunque preferito patteggiare la pena. I familiari di Xotta, che erano presenti in aula, attraverso l’area manager e responsabile della sede di Vicenza, Alessio Rossato, sono stati assistiti da Studio3A-Valore, società specializzata nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che ha fatto di tutto in primis per fare piena luce su un incidente inizialmente avvolto da mille ombre: ha messo a disposizione i suoi esperti e ha ottenutoche pog per i propri assistiti anche un congruo risarcimento dalla compagnia di assicurazione della vettura. La moglie e i due figli della vittima, tuttavia, si aspettavano anche una risposta dalla giustizia penale: risposta che oggi è arrivata, per quanto ritenuta dai familiarti “molto parziale”.