MasierAcademy, è il giorno dei big: “Non esiste limite, siate ragazzi di valore”

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E’ un’iniezione di gioia e di fiducia quella che nella mattinata di oggi ha coinvolto gli oltre tremila studenti in rappresentanza della popolazione scolastica di Schio, per la settima edizione di MasierAcademy, l’evento pensato in ricordo del mai dimenticato Livio Romare proprio nel tempio dello sport cittadino a lui dedicato.

Un contest voluto per celebrare l’eccellenza e il talento emergente di giovani capaci di distinguersi pur nella quotidianità: sei i premiati – anzi, le premiate – con una borsa di studio del valore di mille euro ciascuna, quest’anno assolutamente monopolizzata dalle quota rosa ad agguantare anche il Premio Letterario “Per Aspera ad Astra” e la borsa di studio Eggiu. Sorrisi dunque, ma anche tante emozioni fatte di lunghi applausi e di attente pause di silenzio cui ha contributo anche una folta pattuglia di amministratori comunali timonata dalla sindaca Cristina Marigo, in veste di “padrona” di casa. Ad aprire le danze, l’intervista col re del tortellino Giovanni Rana, 87 anni compiuti e l’entusiasmo di un adolescente: “Io pensavo che bastasse essere un discreto imprenditore – ha raccontato ironico il fondatore dell’omonimo pastificio – ma ora invece mi invitano dappertutto come una star ed io, vado”. Tutt’altro che banali anche gli spunti del divulgatore palermitano classe 1993 Alessandro Sorrentino, anche noto come Sicitalian, che ha ammonito la platea sui fuffa guru: Non batate a chi vuole vendervi il nulla, datevi valore – uno dei passaggi di Sorrentino – non quello dato dai soldi, che sono carta straccia, ma quello delle vostre idee”.

Toccante la presenza di Gino Cecchettin, il padre della ragazza trucidata dal fidanzato e il cui nome, Giulia, aleggia come una carezza che non passa mai tra le fila delle studentesse e degli studenti che ascoltano questo uomo appositamente sceso dal palco per sedersi proprio in mezzo a loro: “Quello di Giulia è stato definito femminicidio – ha spiegato Cecchettin – ma quando qualcuno muore, quello che dobbiamo capire è che semplicemente quel qualcuno non c’è più. Io ho avuto la fortuna di capire cos’è l’amore, che è donare senza pretendere nulla in cambio ed questo che oggi voglio testimoniare”. Inevitabile infine il tifo da stadio per l’arrivo del portierone, oggi capo delegazione della nazionale italiana di calcio, Gianluigi Buffon, subito in grande feeling con un uditorio particolarmente ammirato: “I fallimenti e le sconfitte fanno parte del gioco – il messaggio del campione mondiale – ma rialzarsi e credere in sé stessi senza porsi dei limiti, è il modo migliore per ritrovare la strada. La stessa che poco dopo mezzogiorno, ha riportato le scolaresche verso i propri istituti: con un bagaglio di stimoli e suggestioni che valgono una buona lezione di vita.

Le nostre domande a Gianluigi Buffon

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