Maltempo, per i danni a Monte di Malo e Villaverla solo “briciole”. I sindaci: “Ci batteremo”


La rabbia e la delusione sono tali che il sindaco di Monte di Malo, Mosè Squarzon, confessa a bruciapelo di non aver chiuso occhio per tutta la notte. Incredulo che dopo le pesantissime conseguenze patite in occasione del violento maltempo del maggio scorso nel suo comune, i fondi arrivati a ristoro dei danni ammontino ad appena 500 euro.
Quasi 3 milioni invece quelli stanziati, nel complesso, per il vicentino con Malo e Isola Vicentina a fare la parte del leone, rispettivamente, con 1milione e ottocento mila euro nel primo caso e 420mila e cinquecento euro nel secondo. Una goccia in un oceano di problemi quella, al contrario, arrivata solo pochi chilometri più in là: fra strade franate, smottamenti, case isolate e aziende che hanno buttato macchinari e prodotti finiti. “Abbiamo più che azzerato l’avanzo di amministrazione – tuona Squarzon – solo per i bisogni più urgenti. Quasi 200mila euro che in un comune come il nostro sono una montagna. E oggi ci ripagano con una presa in giro: dovevo forse lasciare i miei cittadini isolati? I decisori farebbero prima a chiedermi di chiudere il comune e di accorparlo ad uno più grande, se era questo l’intento. Ad ottobre avevamo presentato una rendicontazione analitica, che lì per lì non era stata compresa: così, in sole 24 ore ne abbiamo fornita un’ulteriore. Inutilmente a questo punto. Ma io mi batterò, con tutti i mezzi a disposizione, per ottenere giustizia”.
Parole che tengono in considerazione solo della prima necessità: “Ci sono opere per almeno 5 o 6milioni di euro – conclude Squarzon – che servirebbero a mettere in sicurezza l’area. Un tema, quello del dissesto idrogeologico, che ci vede da anni in prima fila: incomprensibilmente soli, stando ai risultati”. Stessa amarezza condivisa anche da un altro primo cittadino, stavolta di Villaverla, altro comune flagellato dove a fronte di attività poste in essere nelle prime fasi dell’emergenza per quasi 90mila euro, arriveranno fondi per 1441,36 euro: “L’idea che esistano cittadini di serie A e di serie B non è accettabile – esordisce battagliero Enrico De Peron lasciando da parte l’usuale aplomb – e trovo abbastanza vergognoso che si ritorni con queste risposte a comuni che da subito si sono attivati al meglio delle loro possibilità, spesso avvalendosi del volontariato. Con quella cifra a malapena paghiamo i sacchi di sabbia. Pensare che ci attendono, fra l’altro, oltre 600mila euro per interventi di ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche: in che modo potremo far fronte a queste somme”? E mentre trapela che le comprensibili rimostranze dei due comuni potrebbero sortire qualche “revisione”, una domanda prevale su tutte: se latitano le risorse per il solo tamponamento delle emergenze, quando sarà mai possibile ambire a fondi strutturali che consentano di prevenirle?