Non passa la mozione antifascista, scontro in consiglio comunale
Si è svolto tutto sommato senza grandi sorprese lunedì sera a Schio un consiglio comunale che prometteva scintille. la discussione principale è stata sulla mozione presentata da Carlo Cunegato, consigliere di minoranza di TessiAmo Schio, che chiedeva l’approvazione di un atto di indirizzo politico-amministrativo sui valori della Resistenza antifascista e della Costituzione.
Un consiglio comunale affollato, per la presenza fra il pubblico di cittadini e rappresentanti di gruppi e associazioni che ruotano attorno al movimento “Altovicentino Accoglie”. Sul fronte opposto, era presente Alex Cioni del Comitato Prima Noi, in veste questa volta di cittadino con “militanza da 25 anni nella destra sociale” come afferma lui stesso.
La mozione dell’Anpi. La mozione di Cunegato raccoglieva un appello dell’Associazione Nazionale Partigiani agli amministratori comunali, già approvato da molte città e comuni come Torino, Firenze, Pisa, Milano, Reggio Emilia, Reggio Calabria e Bergamo e per la prima volta proposta nel vicentino (ma verrà discussa a breve anche in Comune a Vicenza). L’obiettivo è impegnare sindaci e giunte a promuovere iniziative per mantenere la memoria storica della Resistenza e della Lotta di Liberazione e portare all’attenzione della popolazione, ed in particolare ai soggetti più giovani, il problema dei nuovi fascismi. Il cuore dell’atto di indirizzo è però la proposta di adeguamento dei regolamenti comunali (come ad esempio per l’occupazione di suolo pubblico e la concessione spazi e sale comunali) affinché preveda al momento della richiesta di autorizzazione, una dichiarazione esplicita di riconoscimento dei valori democratici espressi nella Costituzione italiana e nello Statuto Comunale.
Il dibattito. Il confronto sulla mozione a Schio si è sviluppato fra rimpalli ed è stato “condito” dagli applausi e dalle reazioni del pubblico, richiamato due volte dal presidente del consiglio comunale Sergio Secondin.
Da una parte, l’opposizione di centro-sinistra (oltre a Cunegato, interventi di Maria Girotto del Pd), dall’altra la maggioranza (sono intervenuti il sindaco Valter Orsi, nonché Domenico Storti e Alessandro Maculan per Noi Cittadini), ma anche Marco Tolettini di Forza Italia, pure contrario all’approvazione della mozione. In mezzo, Marco Vantin (5 Stelle) che alla fine ha annunciato il suo “si”, confermando quindi la linea adottata anche nella Torino governata dai pentastellati.
Duro il confronto fra i banchi dell’opposizione e la maggioranza. Cunegato ha presentato la mozione elencando una sfilza di episodi di violenza “che negli ultimi anni e anche recentemente hanno visto protagonisti esponenti di Forza Nuova, Casapound e Veneto Fronte Skinhead”, fino al recente appoggio di Forza Nuova a Luca Traini, autore della sparatoria razzista di Macerata, al quale vuole pagare le spese legali. Il consigliere di TessiAmo Schio ha parlato in più occasioni di “sdoganamento del razzismo, della discriminazione, dell’omofobia e della xenofobia”. Ha ricordato che “non si tratta di casi sporadici ma di un modo di fare politica. Questo son forme radicalmente antidemocratiche di azione”.
“La Costituzione prevede libertà di espressione – gli ha risposto il forzista Tolettini – la vostra mozione è piegata a finalità politiche. Solo la questura può vietare manifestazioni, il sindaco ha un margine limitato di azione”. Concetti ribaditi anche da Domenico Storti (Noi Cittadini): “Questa mozione ha l’intenzione di imbavagliare l’avversario politico, serve a tenere vivo un odio che non esiste. Dobbiamo chiederci perché accadono queste cose e cosa istiga queste persone”. Cunegato non si è però arreso, evocando gli “imprenditori dell’odio” e “il declino della coscienza politica e pubblica”, ricordando anche la befana fascista del 6 gennaio scorso all’ospedale di Santorso. “Dobbiamo smettere di giustificare – gli ha dato man forte Maria Girotto (Pd) – e qui non si tratta di impedire la libera espressione delle persone ma di non perdere il controllo della situazione da un punto di vista democratico”.
Nel suo intervento il sindaco Valter Orsi è partito dal ribadire la sua condanna di tutte le azioni violente. “Non ho mai avuto problemi a dichiararmi antifascista – ha affermato – ma dobbiamo capirci su cosa sono i nuovi fascismi di cui parla il consigliere Cunegato”. Tornando sui fatti del luglio scorso a Schio nel giorno del ricordo dell’Eccidio, ha stigmatizzato il comportamento dell’Anpi e dei centri sociali, sottolineando che “bloccare i manifestanti o l’accesso in chiesa non è un atteggiamento condivisibile”. “Se approvassimo questa delibera – ha aggiunto – sarebbe impugnabile. Come posso io limitare l’accesso agli spazi pubblici a gruppi che possono presentarsi alle elezioni? Le regole devono essere chiare per tutti e vanno rispettate da tutti. La nostra società scledense è matura e forte dal punto di vista del rispetto della legalità”. Sulla stessa linea anche l’intervento del capogruppo di Noi Cittadini, Alessandro Maculan: “L’estremismo non fa parte del nostro modo di intendere la politica”.
Il voto finale. Alla fine, il voto ha visto 16 contrari e 5 favorevoli alla mozione, che quindi è stata bocciata. Dal pubblico, che aveva iniziato ad uscire sotto l’occhio vigile di carabinieri e polizia locale, sono partite grida: “vigliacchi, fascisti, complici”. Fuori dal palazzo municipale, la decisione dei gruppi antifascisti di partecipare alla manifestazione di sabato a Macerata e di organizzare nelle prossime settimane altre iniziative anche a Schio.