Omicidio Nadia De Munari: arrestati un uomo e tre giovani donne impegnate nel centro
A distanza di quasi tre mesi dalla terribile uccisione in Perù della missionaria laica scledense Nadia De Munari, la polizia investigativa criminale di Nuovo Chimbote hanno tratto in arresto quattro persone con l’accusa di omicidio.
Secondo quanto riporta l’agenzia Chimbote Noticias, si tratta di tre donne e un uomo, tutti di giovane età: due donne sarebbero lavoratrici e ospiti della stessa comunità Mamma Mia dell’Operazione Mato Grosso, che la De Munari coordinava. Altri due abiterebbero nelle vicinanze: un’altra lavoratrice della comunità e il suo compagno/marito. Nella disponibilità di quest’ultimo è stato trovato il cellulare della missionaria. Questi i nomi degli arrestati: Liz Analy Panduro Tanchiva (26 anni), Mosés López Olórtegui (24), Angelica Dina Rojas Flores (19) e Nelsy Noel Cruz (20).
La notizia si è diffusa in Perù nella notte (ora italiana). A richiedere l’arresto è stato il Procuratore di Chimbote, che ha disposto anche il sequestro degli alloggi dei quattro sospettati. Sequestrati anche i telefoni cellulari trovati nelle abitazioni: insieme al cellulare di Nadia De Munari, scomparso il giorno del crimine, anche quello di una lavoratrice. Ora saranno tutti sottoposti ad apposite perizie.
Gli arresti – spiega ancora la testata peruviana – sono di carattere preliminare e sono stati richiesti dal procuratore del caso Sara Chira presentando elementi e indizi di un possibile legame tra i detenuti e il crimine. Ora i due smartphone saranno sottoposti a revisione per trovare messaggi o chiamate mirate a scoprire l’autore o gli autori del crimine.
Nadia De Munari, originaria di Giavenale di Schio, aveva 50 anni e viveva in America Latina da una ventina. Era stata aggredita a colpi di machete e trovata in fin di vita nella sua camera nella struttura di cui era responsabile. Era il 21 aprile: la morte sopraggiunse pochi giorni dopo, nell’ospedale della capitale Lima, dove era stata portata nell’estremo tentativo di salvarle la vita, il 24. Nel paese sudamericano, che amava profondamente, gestiva 6 asili e una scuola elementare in una baraccopoli che conta oltre 50 mila abitanti. Anche Papa Francesco espresse il suo cordoglio per la sua morte. Tutta Schio e la comunità dell’Operazione Mato Grosso la salutò un’ultima volta al Palacampagnola lo scorso primo maggio con una celebrazione molto sentita e partecipata.