Dopo Zana, ancora Zana: ‘Voglio il bis tricolore. Il sostegno della gente? Mi emoziona tantissimo’
Di lui si parla come della nuova stella del ciclismo italiano e persino le leggendarie pagine rosa della Gazzetta dello Sport si sono occupate di lui raccontando il dietro le quinte della sua affermazione. Dal suo essenziale contributo per la tappa vinta da Matthews a Melfi, al suo terzo posto a Fossombrone passando per l’epica tirata sul Bondone, senza naturalmente scordare il suo arrivo solitario nel cuore delle Dolomiti di Zoldo, tutto racconta di una crescita che promette altre grosse soddisfazioni. Ma lui, Filippo Zana, è di quelli che davvero non ha cambiato pelle e quando lo intervisti sorride con quella spontaneità priva di malizia che ti fa capire che no, il successo non gli ha affatto montato la testa.
Sarà l’aria buona tra Cengio e Summano dove nel tempo libero si rilassa accarezzando e parlando ai suoi animali, sarà che in famiglia a partire da quel nonno scomparso durante il Giro d’Italia del 2022 gli hanno sempre predicato umiltà e piedi ben piantati, sarà che nonostante la giovanissima età Filippo ha chiaro che notorietà e successo durano solo se sono collegati a sacrificio e impegno costante: altrimenti alla curva successiva sei già fuori.dal giro.
Filippo, 24 anni e già 4 Giri d’Italia all’attivo stavolta con una squadra internazionale: ci vuoi raccontare che esperienza è stata?
Positiva sotto ogni punto di vista. La Jayco-Alula è una squadra World Tour, avevamo predisposto un calendario ideale, la preparazione è completamente diversa. Mi sono sentito subito accolto, un team straordinario dove già ero molto soddisfatto per il supporto che ho potuto dare ai miei capitani. Un team affiatato che fa la differenza e questo vuol dire tutto.
E poi la ciliegina sulla torta col tappone dolomitico conquistato tra gli applausi di tanti tifosi ma anche del tuo team. Quanto conta per te il sostegno della gente?
Se penso a come è cresciuto l’entusiasmo attorno a me in questi anni ho la pelle d’oca: dopo ogni tappa del Giro – e non parliamo di Val di Zoldo – avevo il telefono in crush dal numero di messaggi ricevuti. Ma c’è una cosa che mi spiazza sempre: quando soprattutto chi mi conosce si emoziona per i miei successi, io mi emoziono ancora di più. Mi commuovo, è una cosa indescrivibile, bellissima.
Filippo, tornando alla tua squadra e al bel legame che si è creato, ci sveli come sta andando con l’inglese?
(Sorride di gusto) Beh sai, per me che non sono uno che fa grandi discorsi neanche in italiano, l’inglese rappresentava un ostacolo. Ma qui sono costretto e devo dire che mi fa bene: sto lentamente migliorando, i compagni oltre a prendermi in giro mi aiutano e poi come potrei tirami indietro? Come dice sempre qualcuno più vecchio di me: “Con l’inglese si va dappertutto”.
Neanche il tempo di riposarsi che già ti attendono nuovi impegni prima del meritato riposo. Quali sono i prossimi impegni prima del fatidico Campionato Italiano?
Ormai stiamo partendo per il Giro di Slovenia dal 14 al 18 e poi dritti in Trentino. Lì mi attende l’appuntamento col bis tricolore: sono in forma, ho tanta voglia di fare bene, sarebbe inutile che nascondessi la voglia di riconfermarmi. Ce la metterò tutta, questo è sicuro.
E a proposito di tricolore, non te ne sei separato nè lo scorso anno al Tour de l’Avenir nè le scorse settimane al Giro. Cosa significa vestire quei colori per te?
Onore e un grande peso assieme. Quello della responsabilità che lì c’è tutto un Paese che ti tifa ma che giustamente si aspetta qualcosa in cambio. Ne vado orgoglioso ma allo stesso tempo me la infilo sapendo che non sono ‘arrivato’, anzi. La strada è lunghissima e bisogna pedalare tanto.
Filippo sii sincero: quando ti guardi allo specchio, ripensi al tuo passato con la biciclettina di tua sorella e guardi poi al futuro, cosa vedi per te stesso?
Vedo un uomo che non sa separarsi dalla sua bici, che ha voglia di dire ancora molto su quelle due ruote. Ma penso anche che ad un certo punto dovrò voltare pagina, chissà, magari mi metterò a gestire un allevamento di cavalli, di sicuro lo farò nella mia terra. Non mi mi immagino distante da dove sono nato e da dove mi porto via sempre i ricordi più belli.