Resti umani in riva all’Astico: potrebbero essere del 79enne scomparso nel maggio 2021
Le ossa di un essere umano e dei frammenti di vestiti sono stati avvistati l’altro ieri da un pescatore sulla riva del torrente Astico. Non immersi in acqua, come girava voce nelle prime ore, ma seminascosti nella vegetazione che cresce vicino alla sponda. La zona del ritrovamento corrisponde al ponte di Sant’Agata a Piovene Rocchette, nei pressi della diga. Più indizi, tra cui il luogo esatto in cui l’uomo fu cercato a lungo nel 2021 e gli stessi indumenti, fanno al momento presumere che si tratti dei resti del corpo del 79enne Pietro Comparin, scomparso 22 mesi fa dalla sua abitazione di Piovene, distante poche centinaia di metri dal viadotto stradale.
In quei giorni seguenti al 14 maggio 2021, data in cui l’anziano pensionato non aveva fatto ritorno a casa dopo uno dei consueti “giri” in paese per una passeggiata, furono attivate le sue ricerche, coordinate dal Prefetto di Vicenza. Proseguite poi per almeno una decina di giorni, dopo aver allestito un centro mobile a Piovene, battendo le sponde del torrente ma anche le aree di montagna vicine, sul Monte Summano in particolare.
Boschi e sentieri impervi furono setacciati a metà maggio di due anni fa da vigili del fuoco, volontari di Protezione civile e altre entità coinvolte nelle ricerche, mentre l’Astico fu battuto palmo a palmo. Parteciparono alla missione senza esito anche più unità cinofile, il Soccorso Alpino e Carabinieri in congedo. A dare una direzione, verso Nord rispetto al centro abitato, fu un filmato di videosorveglianza che inquadrava Comparin, a piedi, dirigersi verso Velo d’Astico oppure verso il ponte di Sant’Agata. Impossibile determinare, ora, se si possa essere trattato allora di un gesto estremo oppure di una caduta accidentale, quest’ultima ipotesi sempre ritenuta più probabile.
Per aver conferma definitiva dell’identità del cadavere ritrovato nel pomeriggio di mercoledì saranno necessari degli esami specifici a fianco dell’autopsia. Dopo la chiusura infruttuosa delle esplorazioni, due settimane dopo la comparsa dell’uomo, la speranza aveva lasciato posto alla rassegnazione, attendendo che il corpo del piovenese, se fosse stato in acqua e quindi rimasto incagliato nel fondo, un giorno o l’altro sarebbe riaffiorato, complice magari il progressivo abbassamento del livello dell’Astico e le correnti. Il passaggio di un pescatore, invece, avrebbe messo in luce una realtà diversa: Comparin – ammesso che si tratti di lui – probabilmente si era inerpicato su un’area di bosco impervia, perdendo l’equilibrio per poi ruzzolare a valle e trovare la morte. Il 79enne era vedovo e non aveva figli.