Sondaggione, sì alla Valdastico, ma Priante spiega: “Rischia di non togliervi il traffico sotto casa”
Non c’è margine di dubbio: secondo quanto espresso dai nostri lettori, che hanno partecipato in gran numero al sondaggio d’opinione sulla Valdastico Nord, l’opera s’ha da fare. A giudicare favorevolmente il proseguimento dell’arteria, l’86,98% dei votanti, equivalente a 982 voti registrati: a questi andrebbero aggiunti oltre un centinaio di ulteriori “sì” che sono stati però espressi in modalità diversa da quella richiesta e quindi non validi al fini del computo, benché indicativi di un trend alquanto chiaro.
Difficile però, all’interno dei voti favorevoli, avere contezza di quanti hanno dichiarato il loro consenso nella convinzione che questo troncone di autostrada risolva le annose problematiche legate al traffico che, oltre alle ore di punta nei giorni feriali, paralizza buona parte dei paesi della Valle dell’Astico sino a Caltrano e naturalmente Piovene Rocchette soprattutto nei weekend, e quanti invece manifestano il loro “sì” a prescindere o per altre motivazioni. A favore della chiarezza, abbiamo perciò interpellato uno che negli anni la questione della Valdastico Nord l’ha letteralmente rivoltata con metodo da ogni angolatura, nell’intento di offrire qualche elemento di valutazione in più. E’ Renzo Priante, laurea in architettura e una grande passione per quei numeri che non tradiscono mai: “I Sindaci dicono una cosa corretta – afferma il tecnico residente a Piovene – e cioè che arrivare alle sentenze senza avere dati concreti sarebbe un grosso sbaglio. Partiamo col dire che un piano del traffico, di fatto non c’è: negli anni si è sempre delegato la ricerca di una soluzione a Società Autostrade, ma sarebbe come chiedere ad un barista se il suo vino è buono. Serve uno studio analitico e autonomo che dica chiaramente da dove viene il traffico: origine e destinazione. Io ho fatto qualcosa del genere nel 2017 e ciò che è emerso è che oltre il 50% del traffico estivo parrebbe venire dalle zone di Schio e di Thiene e non quindi dal casello autostradale”.
Fondamentale e non secondaria, la sinergia tra amministratori: “Oltre ad un piano del traffico, serve una soluzione che tenga conto dei problemi di tutta la vallata o si rischiano soluzioni parziali: serve coraggio poi anche per pensare a strategie tipo la diversificazione degli orari di ingresso e uscita dai plessi industriali principali o ancora il trasporto pubblico “on demand” attuabili nell’arco di mesi o non di anni come richiesto da una bretella. O da un’autostrada che dir si voglia. Perché se si dimostrasse inconfutabilmente che serve quella, per carità, si faccia. Ma non per meri calcoli politici o per quel rinnovo di concessione – leggi A4 Holding – che alla fine tanto farà la differenza”.
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