Posti di blocco e città blindata, tra “passeggiate antifasciste” e riunioni di destra
Città blindata, ieri sera, a Schio nella zona di Schio Hotel e del palazzetto dello sport Campagnola. Nella piazzetta-parcheggio del bar Boldù dopo le 20 si sono incontrati una trentina di militanti di Casapound, partito di estrema destra che aveva scelto il locale per presentare ieri sera i propri candidati nei collegi vicentini per le elezioni politiche. Allo stesso orario, fra i 60 e i 70 militanti del gruppo “Schio Antifascista” hanno attraversato il quartiere di Santa Croce, dalla chiesa, fino al centro di Schio e piazza Duomo, passando a poche centinaia di metri ma senza entrare in contatto con la destra. Un cordone di poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa ha presidiato, per tutta la sera, il corteo e l’altro evento, ma soprattutto ha bloccato tutti i punti di passaggio fra i due gruppi.
“La serata di presentazione della lista non avverrà più al bar Boldú in quanto il proprietario del locale questa mattina, tramite telefonata anonima è stato minacciato di ricevere ripercussioni” hanno comunicato ieri in giornata da Casapound Vicenza. Il partito di estrema destra ha espresso “solidarietà al proprietario del locale ma al tempo stesso abbiamo deciso di confermare la serata, il ritrovo sarà nel piazzale di fronte al bar. Non saranno di certo le minacce di chi si definisce paladino della democrazia e portatore di pace, tranne poi agire in stile mafioso a fermarci”.
Sul fronte opposto gli antagonisti di Schio Antifascista, che ieri sera hanno dato vita alla prima “passeggiata antifascista” che il gruppo ha annunciato di voler mettere in atto per “presidiare” il territorio scledense: “Ci chiediamo se quello che dichiara Casapound sia reale o meno. Un fatto è certo però, la città di Schio ripudia il fascismo e i neofascisti – hanno scritto i promotori – Mai come in questo periodo diviene di vitale importanza ribadire che chi usa la prevaricazione della libertà e la violenza squadrista come elementi fondanti dell’agire politico, propaganda odio verso il “diverso”, utilizza il disagio e il malessere sociale per fomentare una guerra tra poveri, non ha nessun diritto (e non lo avrà mai) di esprimere le proprie idee criminali o di reclamare spazi all’interno dei quali diffonderle nel nostro territorio”.