Raddoppio cava Pianezze, il Comune motiva in Regione il suo no: “Criticità ambientali e acustiche”


Un “no” chiaro e motivato arriva dalla giunta comunale di Schio al progetto di ampliamento della cava di calcare Pianezze (ex cava Ruaro), situata fra Ca’ Trenta e Monte di Magrè. La richiesta, avanzata a fine 2024 dalla ditta Trentin Ghiaia, prevede un’estensione dell’area estrattiva da 10 mila a 26 mila metri quadrati, più del doppio rispetto all’attuale superficie.
Il progetto è attualmente al vaglio della procedura di autorizzazione unica regionale, ma la Giunta comunale ha già espresso parere contrario all’unanimità, evidenziando gravi criticità ambientali, acustiche e legate alla qualità della vita dei residenti della zona.
L’area interessata dall’intervento si trova in una zona a forte vocazione rurale e naturalistica, caratterizzata da fragilità idrogeologiche ben note. Proprio su questi aspetti – in particolare viabilità e gestione delle acque meteoriche – il Comune ha trasmesso nei giorni scorsi le proprie osservazioni tecniche alla Regione.
Ma il nodo centrale del diniego riguarda soprattutto l’impatto acustico. Già nel 2023, le attività della cava avevano provocato numerosi disagi segnalati dai residenti e confermati dalla polizia locale in occasione di sopralluoghi. L’attuale progetto prevede l’impiego di cariche esplosive (“volate”), che – come indicato nella stessa Valutazione di impatto acustico – genererebbero livelli di rumore superiori ai limiti di legge in diversi punti sensibili dell’area.
La ditta ha richiesto una deroga ai limiti acustici, definendo l’attività come “temporanea”. Tuttavia, trattandosi di un progetto pluriennale con effetti prolungati, il Comune ha giudicato incompatibile e inaccettabile tale richiesta, respingendola formalmente.
La contrarietà al progetto è stata espressa con forza anche da molti residenti, che già a dicembre, durante un incontro pubblico promosso dall’azienda al Faber Box, avevano manifestato preoccupazione e perplessità, tanto da costituirsi in un comitato spontaneo di tutela del territorio.
“È evidente che questo progetto avrebbe un eccessivo impatto sulla vivibilità e sul paesaggio della zona – sottolinea Alessandro Maculan, assessore comunale alle Politiche Ambientali –. Non si può definire ‘temporanea’ un’attività che durerà anni e che comporterà carichi ambientali permanenti. Non si tratta di un no pregiudiziale, ma di un no consapevole, documentato e coerente con la nostra visione di sviluppo sostenibile del territorio. Dopo mesi di approfondimenti tecnici, abbiamo ritenuto doveroso esprimerci in modo chiaro, in attesa che la Regione Veneto, cui spetta la decisione finale, si pronunci in via definitiva”.
Cava Pianezze, fronte unico fra Comune e residenti contro l’ampliamento. Tante le criticità
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