“Torna regolare il servizio di guardia medica? Una bugia”. Cunegato e De Zen attaccano l’Ulss 7
Si leva dai banchi della minoranza a Schio un nuovo grido d’allarme, condito da polemiche e accuse di immobilismo, sul tema del servizio di guardia medica nell’Altovicentino e in realtà per tutto il territorio di competenza dell’Ulss 7 Pedemontana. Di fatto una relativa sospensione del servizio di continuità assistenziale, che troverebbe origine nella carenza di medici disponibili e che costringe l’azienda sanitaria a contrarre la disponibilità oraria alle sole ore serali secondo le prospettive annunciate, dopo averlo “concentrato” negli ospedali territoriali come già disposto nei mesi scorsi come soluzione temporanea.
Uno status quo che si è protratto fin dalla scorsa estate, dopo la chiusura dello sportello medico attivo a Schio, città da dove parte oggi una nuova “crociata” di accuse, critiche e insieme richieste di chiarimento. Mittenti di una lettera che pubblichiamo integralmente sono Carlo Cunegato e Giorgio De Zen, esponenti del gruppo Coalizione Civica Schio e firmatari del testo che punta il dito contro la gestione del problema da parte dell’Ulss 7 e richiama al ruolo di garante per la salute pubblica anche il sindaco scledense Valter Orsi.
“Avevamo denunciato le chiusure della guardia medica a Schio – così si apre il lungo messaggio inoltrato alla stampa locale da Cunegato e De Zen -. Il sindaco Orsi e l’Ulss ci avevano detto che era solo una assenza, ma che il servizio funzionava. La prima bugia. Dopo poche settimane hanno chiuso 6 sedi della guardia medica (Schio, Thiene, Marostica, Rosà, Conco, Valbrenta), concentrando il servizio nei tre ospedali. Dicendo che mancavano medici, ossia ciò che avevamo detto noi e che loro avevano negato. Un peggioramento dei servizi del territorio. Si predica prossimità e si pratica lontananza. Così un cittadino di
Sant’Antonio di Valli del Pasubio – questo è l’esempio più volte riportato in passato – che sta male di notte deve fare 25 chilometri. Un disservizio inaccettabile, un evidente declino della qualità della vita”.
Questi gli antefatti, mentre di recente sembrava esserci un primo spiraglio per ripristinare almeno in parte i servizi precedenti, avvicinandosi alle modalità a cui gli utenti vicentini erano abituati. “A febbraio l’Ulss dirama un comunicato dove afferma di aver parzialmente risolto il problema. Dal 1 marzo, scrivono, riapriranno tutte le sedi precedentemente chiuse. La riapertura è promessa solo dalle 20 alle 24. Di fatto una continuità assistenziale relativa. Se hai un problema all’1 o alle 2 di notte, il servizio non c’è. Ciò che è assolutamente inaccettabile, perché è una presa in giro nei confronti dei cittadini, è promettere ciò che non si mantiene. Perché ad oggi, 29 Marzo, a Schio non c’è stata alcuna riapertura. Quasi che contassero solo i comunicati, come nelle più becere operazioni di propaganda. Ormai sono senza pudore”.
Nella parte finale la serie di domande rivolte alla dirigenza dell’Ulss 7 Pedemontana, senza “scordare” di pungolare Orsi, sindaco cittadino e “rivale” politico nella vita amministrativa scledense. “Come può la direzione dell’Ulss, che dovrebbe garantire un servizio pubblico, comportarsi in questo modo? O se sono sorti nel frattempo altri problemi perché non l’hanno comunicato con la stessa solerzia? Poi ci chiediamo: come mai il sindaco Orsi, responsabile della salute pubblica del territorio del nostro Comune, non ha detto nulla rispetto alla promessa non mantenuta della riapertura di un servizio fondamentale per la nostra comunità?”. Agli interpellati la possibilità di replicare.