Artificieri tra le colline: “brillate” tre granate inesplose risalenti alla Grande Guerra
Tre granate inesplose, con ogni probabilità risalenti alla Prima Guerra Mondiale e quindi con oltre un secolo “sulla spalle”, sono state rese inattive dagli artificieri specializzati lunedì mattina a San Vito di Leguzzano, nell’Altovicentino. Gli ordigni bellici, apparentemente ancora integri, erano stati abbandonati nei campi poco lontano dal monumento dedicato alla Madonna di via Pozzoli, lungo la strada provinciale 47 che porta a Monte di Malo. Erano praticamente appoggiate ai piedi di un ponticello, lungo una “cavedagna”, una strada campestre in un luogo sì isolato ma non distante dalla carreggiata stradale.
Gli ordigni erano stati avvistati qualche tempo fa da un cittadino sanvitese nel corso di una passeggiata in collina. Dopo aver notato questi oggetti sconosciuti, ha poi avvertito i carabinieri che subito si sono attivati, prendendo contatti con il Comune e recandosi nel punto indicato. Sul posto, in aperta campagna, è stata predisposta un’area di sicurezza recintata fino in attesa dei tecnici dell’8° Reggimento Genio Guastatori della Folgore, dalla sede di Legnago (Verona).
Sarebbe stato un “gioco da ragazzi” per gli artificieri rendere inoffensive le bombe, proiettili esplosivi potenzialmente pericolosi anche a distanza di oltre 100 anni dalla costruzione. Anche se appare inverosimile, visto il buon stato di conservazione delle tre granate, da 75 millimetri, e il ritrovamento non sotterraneo ma “scoperto”, che siano rimaste silenti per così tanto tempo tra colli e campi della cittadina. “Siamo stati informati a suo tempo dai carabinieri del ritrovamento – spiega il sindaco Umberto Poscoliero -, e l’area è stata subito recintata e messa in sicurezza. Si tratta della prima volta, almeno in tempi recenti, di ritrovamenti di questo genere, di armi della Prima Guerra Mondiale secondo gli esperti. Rimane da capire la provenienza, visto che è altamente improbabile che siano rimaste lì così a lungo”.
Indagini più approfondite proprio su questo aspetto potrebbero essere avviate per tentare di trovare risposte certe, dopo che il corpo speciale dei paracadutisti ha bonificato l’area, verificando che non saltassero fuori altre sorprese. I tre residui sono stati prelevati e portato in una cava. Si tratterebbe di dotazioni militari di fabbricazione italiana, in uso ai soldati dell’esercito regio nel periodo ’15-’18. Dopo aver preso in consegna le tre bombe ancora cariche, gli artificieri hanno scelto un luogo isolato per farle brillare in sicurezza.
Escluso praticamente a priori che si possa trattare di un atto intimidatorio nei confronti dei qualcuno fra i residenti della zona, anche in considerazione della tipologia di ordigni da “archeologia bellica”, sembra che qualcuno se ne sia liberato lasciando le bombe in luogo isolato. Magari dopo averle ritrovate nel corso di qualche scavo privato, evitando colpevolmente di segnalarne la presenza alle autorità per evitare il blocco dei lavori. E confidando, forse, che qualche cacciatore, fungaiolo o “esploratore” in passeggiata sulle colline tra San Vito e Monte di Malo, presto o tardi si sarebbe imbattuto nei reperti di guerra. Ma se a ritrovarli fossero stati dei bambini? O avessero attirato la curiosità degli animali dei boschi circostanti? Un atto quindi incosciente che potrebbe rappresentare un capitolo di reato, in caso di denuncia.