Il 75enne trovato senza vita nella fontana è morto per malore. L’autopsia chiude il caso
Lo scenario iniziale paratosi di fronte agli occhi di chiunque avesse visto il corpo di Bruno Scapin, 75enne di Malo, riverso senza vita in una fontana del giardino di una villa di San Vito di Leguzzano, aveva fatto sorgere dei ragionevoli dubbi. Affiancando all’ipotesi della morte naturale, seppur in circostanze quantomeno inconsuete, anche quelle di un evento violento o di un fatto incidentale. Motivo per cui il magistrato di turno ha disposto da subito approfondimenti adeguati per escludere il coinvolgimento di terze persone, con l’intervento del nucleo investigativo dei carabinieri, un fattore che non è certo passato inosservato e che ha contribuito ad attirare le attenzioni dei media sul caso di San Vito.
A liberare il campo da ogni equivoco è intervenuta l’autopsia: anche se l’esito dettagliato sarà reso noto solitamente nell’arco di 60 giorni, l’assenza di evidenze di traumi esterni e l’esame sugli organi vitali interni confermerebbero il malore come unica causa di morte dell’imprenditore di Malo, chiudendo di fatto il “giallo” in meno di 72 ore dal ritrovamento del cadavere.
In attesa della conclusione sul piano giudiziario della vicenda di cronaca che ha visto come protagonista suo malgrado Scapin, cittadino maladense titolare di un’azienda specializzata nell’autodemolizione e commercio di rottami ferrosi, la famiglia si prepara per riservare al congiunto l’ultimo saluto. La data e le modalità del funerale saranno rese note una volta ricevuto il nulla osta dalla Procura di Vicenza, atteso nelle prossime ore. La cerimonia sarà fissata con ogni probabilità entro la fine della settimana in corso e si svolgerà a Malo.
La ricostruzione degli eventi di sabato scorso, 18 luglio 2020, ora appare più chiara e precisa dopo alcuni punti di domanda disseminati nelle prime ore, chiariti dai carabinieri della compagnia di Schio e del nucleo investigativo dopo aver raccolto le testimonianze delle famiglie proprietarie – parenti fra loro – del parco intorno alle abitazioni sul confine tra San Vito e Malo. Si trova in via Martiri della Libertà, lungo la strada provinciale verso Schio, con accesso principale da un cancello. Scapin non si era affatto introdotto abusivamente nel vasto giardino, circostanza importante chiarita il giorno successivo alla tragedial La sua presenza era concordata con un membro non meglio precisato della famiglia Anzolin, dopo essere uscito di casa intorno alle 15, come confermato dalla moglie.
Mezz’ora dopo si era recato, da solo, nell’area indicata fino a raggiungere una fontana storica nella cui vasca di basamento vivono dei pesci, della specie che il 75enne di Malo cercava per ripopolare una sorta di piccolo laghetto presente in una seconda casa che stava ristrutturando e abbellendo a Case di Malo. In quel pomeriggio, rivelatosi per lui, purtroppo l’ultimo, in pratica stava effettuando una prima ricognizione per vedere in prima persona quali esemplari degli animali acquatici potessero fare al caso suo, per poi concordare in un secondo momento l’eventuale prelievo con il proprietario.
In quei minuti è sopraggiunto il malore spietato che gli ha strappato la vita per sempre, forse nell’atto di sporgersi per osservare da vicino quei pesciolini che desiderava e cercava da giorni, chiedendo ad alcuni conoscenti consigli su dove trovarli nelle vicinanze. Il corpo dell’uomo semi immerso nell’acqua, quindi, si può spiegare così, sgomberando il campo da ipotesi di delitti, di fatto ora archiviate. Trattandosi di un’area relativamente isolata, infine, nessuno avrebbe potuto udire una richiesta di aiuto da parte della vittima del malessere, ammesso che ne abbia avuto il tempo. Lì, nel silenzio della natura, con il solo rumore delle auto di passaggio sulla vicina strada provinciale, la morte lo ha sorpreso senza appello. Solo a distanza di alcune decine di minuti qualcuno se ne era accorto, lanciando l’allarme.