Sanità, per le liste di attesa il Comitato Alto Vicentino apre due sportelli. Al via il nuovo piano della Regione

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Liste di galleggiamento e, molto spesso, non risposte: l’esperienza dei cittadini contrasta con gli annunci della Regione e dei manager delle Ulss del Veneto. Per questo il Comitato Sanità Pubblica Alto Vicentino ha aperto due sportelli (uno a Schio, l’altro a Villaverla) a cui i cittadini si possono ora rivolgere allo scopo di redigere ed inviare ricorsi in autotutela per chiedere il rispetto dei tempi prescritti in ricetta e per contrastare il fenomeno delle liste di attesa nel sistema sanitario regionale.

Le liste di attesa – spiegano i promotori – sono forse il problema del Servizio Sanitario Nazionale che maggiormente pregiudica il diritto alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione. Come comitato di cittadini, impegnati da anni a difendere e rilanciare il Servizio Sanitario Pubblico, intendiamo metterci a fianco dei cittadini che vedono lesi i propri diritti,
supportandoli nell’affermare le proprie istanze”.

In merito alle liste d’attesa nel sistema sanitario pubblico, lo scorso 29 maggio i comitati veneti per la sanità pubblica si sono dati appuntamento per protestare sotto le finestre del Consiglio Regionale del Veneto. Fra le criticità messe in evidenza, il fatto che le visite di controllo non rientrino nelle statistiche delle liste di attesa. Anche il fatto che il Centro Unico di Prenotazione rinvii la prenotazione e chieda di riprovare costituisce una criticità in quanto non fa rientrare la richiesta nelle statistiche delle liste di attesa. Per Arturo Lorenzoni, consigliere regionale di opposizione sceso in strada a fianco del Coordinamento Veneto per la Sanità Pubblica, si tratta di “veri e propri espedienti utilizzati per calcolare i tempi delle liste di attesa per prestazioni sanitarie”. “I dati comunicati al Ministero da parte della Regione Veneto – ha spiegato -, che delineano un territorio dove tutto funziona e l’attesa per i servizi sanitari è ridotta, non tornano. Non tornano ai semplici cittadini che per ottenere una visita specialistica sperimentano ogni giorno l’inefficienza del sistema sanitario Regionale. La realtà è che il servizio sanitario continua a scadere, soprattutto per coloro che non possono o non vogliono ricorrere alle prestazioni a pagamento nel privato. E’ bellissimo avere ospedali di eccellenza per le patologie acute, ma l’altra faccia della realtà è che i cittadini devono lottare per vedere rispettati i loro diritti sanciti dall’articolo 32 della Costituzione”.

La Regione fissa a 24 ore tempo massimo per le urgenze e stanzia 40 milioni
Oggi, intanto, la Regione, al fine di ridurre le liste di attesa, ha annunciato nuovi interventi che prevedono tempi di attesa più brevi rispetto alla media nazionale e presa in carico dell’utente nel caso non sia possibile la prenotazione ‘sincrona’ con la prescrizione della visita urgente da parte del medico di base.
Il piano regionale di ‘governo delle liste di attesa’ (Prgla), è in dirittura d’arrivo dopo il via libera, la settimana scorsa, della Commissione sanità del Consiglio regionale. Il programma aggiorna quello del 2019 con regole più stringenti e conferma, rispetto a quello nazionale, tempistiche massime ridotte in tutte le categorie. La Giunta regionale utilizzerà per questo nel 2024 fondi per 40 milioni di euro.
Il piano conferma limiti massimi di attesa più brevi rispetto al quadro nazionale: la visita entro 24 ore per la priorità U – Urgente (contro le 72 ore nazionali); entro 10 giorni dalla prenotazione per la classe B-Breve (qui uguale alla tempistica nazionale); entro 30 giorni per la classe D – Differibile (contro 60 giorni); entro 60/90 giorni dalla prenotazione per la classe P – Programmata (contro i 120 giorni).
Viene istituito poi il “pre-appuntamento” per garantire, nei casi in cui non sia immediatamente disponibile la prenotazione ‘sincrona’, la presa in carico tracciata dell’utente ed il successivo contatto per completare la prenotazione. Le prestazioni costantemente monitorate passano inoltre ad 83 dalle 69 del precedente piano regionale e nazionale.

I provvedimenti (senza fondi) del Consiglio dei Ministri
Intanto il Consiglio dei ministri ha approvato ieri il decreto legge e il disegno di legge per l’abbattimento delle liste di attesa delle prestazioni del Servizio sanitario nazionale. I due cardini del Decreto legge sono da un lato un sistema che consente ai cittadini di ottenere prestazioni nei tempi di attesa corretti a carico del Servizio sanitario nazionale anche attraverso il ricorso all’intramoenia e ai privati accreditati, dall’altro l’abolizione del tetto di spesa per l’assunzione di personale del Servizio sanitario nazionale.