Azienda fantasma e casa popolare occupata abusivamente: indagato un 74enne
Nei giorni scorsi i finanzieri della tenenza di Schio, nell’ambito dell’operazione denominata “Trasporto a Vista”, hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo, mettendo i sigilli a vari conti correnti, a quattro auto, a quote societarie e a due immobili a Milano.
Le indagini sono state avviate quando le Fiamme Gialle, grazie ad un innovativo strumento di analisi di rischio nella selezione dei target ispettivi elaborato dal comando Provinciale di Vicenza, hanno individuato una società sospetta, con sede dichiarata a Santorso e formalmente operante nel settore dell’ottica, che tuttavia intratteneva per importi significativi rapporti con imprese in settori del tutto differenti dal proprio.
L’ultimo amministratore dell’impresa vicentina è morto pochi mesi dopo la nomina e non è stato più sostituito, mentre il precedente era un pensionato milanese 74enne che, a dispetto dell’età, risulta amministratore di trenta società e cooperative.
I finanzieri scledensi, a questo punto, hanno avviato una serie di accertamenti di polizia economico-finanziaria che hanno permesso di scoprire come la società di Santorso – senza dipendenti o mezzi ed inesistente all’indirizzo dichiarato – avesse emesso fatture fasulle per circa 1.350.000 euro di imponibile ed oltre 285mila euro di Iva a favore di una cooperativa e di un’impresa di autotrasporti con sede a Milano e Trezzano sul Naviglio.
I tre indagati – il pensionato con la “passione” dell’amministrazione ed i legali rappresentanti delle due imprese che hanno beneficiato delle fatture false – hanno quindi ricevuto il controllo delle Fiamme Gialle scledensi che, oltre a perquisire le loro abitazioni e le sedi delle imprese, hanno apposto i sigilli ai beni aziendali e a quelli personali. Gli investigatori hanno scoperto come il 74enne, amministratore di trenta aziende, fosse domiciliato in una casa popolare di un condominio “alveare” di Milano occupata abusivamente, che è stata sgombrata dall’ente gestore dell’immobile proprio grazie all’intervento dei finanzieri. Mentre le indagini proseguono, la società cartiera scoperta è stata da poco dichiarata fallita dal tribunale di Vicenza, in considerazione di debiti tributari mai pagati per circa 800mila euro.