Far west nella notte: spara a un marocchino e il figlio lo pesta a sangue
E’ successo di tutto stanotte a Santorso nell’area di servizio del distributore Beyfin di Santorso: il 40enne Riccardo Crestani ha sparato due colpi col suo fucile da caccia all’indirizzo di un 37enne marocchino. Subito dopo suo figlio Roberto, 18 anni, lo ha picchiato fino a renderlo incosciente.
Tutti e tre si trovano ora ricoverati all’ospedale si Santorso: Riccardo Crestani e il marocchino sono in prognosi riservata (il primo è piantonato in quanto in stato di arresto), mentre Roberto, il figlio, ferito ad una mano, dopo le medicazioni verrà accompagnato in carcere a Vicenza. Per i due Crestani l’accusa è di lesioni gravi.
La vicenda ha ancora contorni poco chiari, ma la dinamica è stata ricostruita abbastanza precisamente dai carabinieri, intervenuti sul posto con due pattuglie: i due Crestani e il 37enne marocchino, pure di Piovene Rocchette e già conosciuto dalle forze dell’ordine, dopo aver trascorso la serata al Bar Alpe di Piovene Rocchette assieme ad alcuni familiari, si sono allontanati dal locale per reincontrarsi intorno alle 3,30 nel parcheggio della stazione di servizio a Santorso, non è ancora chiaro per quali motivi.
A seguito di un acceso diverbio, alimentato anche da tanto alcool, Riccardo Crestani ha estratto un fucile da caccia calibro 12 dalla sua Golf sparando due colpi al marocchino, colpendolo fortunatamente in parti non vitali. A quel punto il figlio Roberto ha iniziato a colpire selvaggiamente il padre con calci e pugni fino a renderlo incosciente.
Sul posto sono intervenute le ambulanze del Suem e i carabinieri di Schio e Malo. A seguito del momento di follia i tre sono stati tutti ricoverati presso l’ospedale di Santorso: il marocchino per gravi “ferite d’arma da fuoco” con prognosi riservata e Riccardo Crestani per “lesioni gravi” con riserva di prognosi, entrambi non in pericolo di vita. Anche Roberto Crestani è stato ricoverato per contusioni ad una mano. Al termine delle medicazioni verrà accompagnato presso il carcere di Vicenza mentre il padre è sorvegliato all’ospedale.