Oltre quattromila in marcia per la sanità pubblica. “I sindaci dovevano essere qui”
I cittadini dell’Alto Vicentino ci tengono al loro ospedale e alla sanità pubblica del territorio in cui vivono. Per questo davvero in tanti – composti, senza bandiere ma determinati – hanno partecipato ieri pomeriggio alla manifestazione per una sanità pubblica di qualità, che li ha portati dal PalaRomare a Schio al parcheggio dell’ospedale di Santorso (alla fine concesso dalla direzione dell’Ulss 7 Pedemontana al posto dello spazio antistante l’entrata, che aveva vietato). Il corteo è arrivato nei pressi dell’ospedale proprio mentre sopra i cieli di Thiene iniziava l’esibizione delle Frecce Tricolori.
Erano oltre quattromila, un lungo serpentone visibilmente più lungo di quello sceso in piazza due anni fa per lo stesso motivo. In mezzo fra le due manifestazioni, una pandemia che ha reso ancora più complicata la soluzione di problemi ormai cronici di mancanza di personale (in ospedale e fuori) e di decadimento dei servizi sul territorio.
Fra i partecipanti, anche alcuni assessori e consiglieri comunali, anche se l’unico sindaco con la fascia, “inviato” espressamente dagli altri primi cittadini dell’Alto Vicentino, era il presidente del Comitato dei Sindaci del Distretto 2, Franco Balzi. Presenti anche consiglieri regionali (Cristina Guarda dei Verdi, Elena Ostanel del Veneto che Vogliamo e Paolo Possamai del Partito Democratico) e due parlamentari (Giovanni Endrizzi e Barbara Guidolin del Movimento 5 Stelle). C’era anche, per un reportage, il conduttore Massimo Cirri, voce di Rai Radio2, che partendo da una sua esperienza personale ha realizzato lo scorso anno anche nel vicentino con la videomaker Chiara D’Ambros un documentario sulla situazione della sanità pubblica italiana.
Presenti anche molti dipendenti dell’Ulss 7, famiglie e comunità per persone con disabilità. La mancanza dei sindaci, di qualunque colore, è stata criticata dal palco, dal quale è stato ripetuto che non si tratta di una protesta contro il nuovo direttore generale dell’Ulss 7 Pedemontana: “Non ci è mai passato per l’anticamera del cervello di incolpare il nuovo manager, arrivato di soli sei mesi, di problemi che vanno avanti da quindici anni” ha spiegato Giuseppe Pederzolli dal palco chiudendo gli interventi.
Tanti i temi messi sotto la lente d’ingrandimento dagli organizzatori (qui il testo integrale), sui quali chiedono non solo risposte alle istituzioni regionali e nazionali, ma anche una possibilità di partecipazione nelle scelte. Gli interventi infatti hanno sottolineato gli eterni problemi di carenza di personale che si lega alla questione principale della privatizzazione strisciante della sanità in Veneto. “Le questioni che ci preoccupano maggiormente – ha spiegato Oriana Zaltron – sono due e sono interconnesse: sono la mancanza di investimenti sul personale del servizio pubblico e il ricorso sempre più frequente alla esternalizzazione e privatizzazione dei servizi“. Al centro delle preoccupazioni anche la situazione dell’ospedale e della medicina di territorio: “Il Pronto Soccorso – h affermato Giorgio Zebele sempre per conto degli organizzatori – ha visto l’ingresso di cooperative private per sopperire alla grave carenza di organico che si è ridotto a 6 medici strutturati su 16. Il reparto di Anestesia e Rianimazione patisce la carenza di 11 medici, i neurologi attualmente in servizio sono solo 3, i cardiologi 9, ben al di sotto delle necessità. Solo la professionalità, la dedizione, l’abnegazione degli operatori a tutti i livelli riescono a mitigare le criticità e il disagio che il paziente si trova ad affrontare”. Fra le altre criticità evidenziate in modo approfondito, la situazione ancora precaria e insufficiente del Centro di Salute Mentale di Schio, la carenza di medici di base, il dramma delle famiglie con bambini e ragazzi che necessitano del supporto della neuropsichiatria infantile, a fronte di un raddoppio dei casi.
Se le soluzioni sono complesse, i manifestanti hanno chiaro che un’inversione di tendenza avrà tempi lunghi ma deve iniziare subito e su questo i cittadini e il territorio devono essere coinvolti. “Ai Sindaci e al Direttore Generale dell’Ulss diciamo quindi – ha concluso Pederzolli – che auspichiamo che essi colgano l’esperienza della pandemia per tornare ad investire sul servizio pubblico, sul suo capitale di risorse umane, che tanto ha dato e tanto è ancora disposto a dare se coinvolto;sui servizi in gestione diretta, fermando l’avanzata della sanità privata, che poco benessere porta alla maggioranza dei cittadini;allargando l’offerta per i propri cittadini, portando le cure a casa e vicino a casa;ridando alle Comunità locali la responsabilità sulle scelte in materia di salute e politiche sociali. Chiediamo a gran voce un progetto organico per questo territorio, un progetto che sia visibile, conosciuto e verificabile da parte di tutti i cittadini”.