Ospedale di Santorso, la denuncia di Coalizione Civica: urologia al collasso
Tre urologi sono pronti a lasciare l’ospedale di Santorso, rendendo così conclamata la crisi di un reparto ospedaliero in difficoltà da anni. A darne notizia sono i consiglieri di Coalizione Civica Schio, Carlo Cunegato e Giorgio De Zen.
“Evidentemente – spiegano in una nota – qualcosa non funziona se i medici fuggono. Pare che il dottor Lazzarotto e la dottoressa Fabrello andranno a fare i medici di base, mentre il dottor Chierigo pare abbia optato per la libera professione”.
“E’ evidente – sottolineano i due consiglieri comunali scledensi – che le responsabilità di ciò che sta avvenendo non sono attribuibili al direttore generale Bramezza, che in molti reparti si sta impegnando per un miglioramento dei servizi, ma a scelte scellerate del passato. Pensiamo alla costruzione dell’ospedale in project financing e alla fusione per incorporazione con Bassano, alla quale ci opponemmo quasi da soli”.
Cunagato e De Zen ricordano che “in realtà a Santorso dal 2 maggio 2019 non si fa più chirurgia oncologica urologica, ma solo delle semplici biopsie. L’urologia dell’allora Ulss 4 era un gioiello, poi è stata demolita. Le schede ospedaliere della Regione Veneto avevano concesso a Santorso solo una Unità Semplice, una struttura inferiore al primariato, che è stato invece riconosciuto a Bassano. Così, se solo qualche anno fa il reparto poteva contare su sei urologi, dopo la dipartita dei tre medici ne sarà solo uno. Che fine ha fatto l’urologia del territorio dell’Altovicentino? Non c’è più”.
I due esponenti di Coalizione Civica sottolineano anche il fatto che sta emergendo un altro problema, “o meglio una regressione dei servizi per i dializzati“.
“Il nostro distretto – spiegano – è stato spesso molto più efficiente rispetto a Bassano, dal punto di vista amministrativo, organizzativo e anche informatico. Nel distretto di Bassano, i dializzati dovevano trovarsi da soli un trasporto e venivano rimborsati. Invece, nel nostro distretto, una quarantina di dializzati venivano accompagnati in ospedale e riaccompagnati a casa nelle tre dialisi settimanali da un servizio organizzato dalla Ulss e appaltato alla Planet Spa. Sarà Bassano che copia il servizio migliore dell’Altovicentino o il contrario? Evidentemente, se l’unico parametro è il risparmio e non la qualità del servizio, il contrario. Così la direzione è quella di copiare l’organizzazione bassanese, di una qualità inferiore, ma più economica. Prima una quarantina di dializzati avevano un servizio unico e garantito da un unico soggetto convenzionato con l’Ulss. Mentre adesso, una parte di loro, circa un terzo, dovrà trovarsi da solo il servizio, con un rimborso come nel distretto di Bassano, pagato molto meno. Gli altri pazienti sono ancora convenzionati, ma l’Ulss, per risparmiare, sta lavorando perché in futuro anche questo servizio ponte finisca. Invece di andare avanti, andiamo indietro. E i cittadini, soprattutto quelli più fragili, sono sempre meno supportati. Come le persone che devono fare la dialisi che ci hanno comunicato tutto i loro disagio”.