Santorso torna Covid hospital: pronti altri 20 posti letto. Pazienti negativi a Bassano e Asiago
La direzione dell’Ulss 7 Pedemontana la definisce in una nota “forte integrazione fra ospedali” sul versante dell’epidemia da Covid-19, ma di fatto la crescita del numero di pazienti contagiati sta portando la dirigenza verso la scelta di concentrare la maggior parte dei pazienti Covid nell’ospedale dell’Alto Vicentino. Una scelta che finora il direttore generale Carlo Bramezza aveva cercato di evitare e che ha scatenato polemiche politiche, con alcuni esponenti bassanesi, come il capogruppo Lega in Regione Nicola Finco, deciso a “scaricare” anche i (numerosissimi) pazienti bassanesi sull’Alto Vicentino.
Per rispondere adeguatamente all’ulteriore significativo incremento dei contagi, che hanno ormai superato la soglia dei 1.000 nuovi casi quotidiani, l’Ulss 7 si prepara quindi a far fronte ad una probabile crescita dei ricoveri Covid nei prossimi giorni, varando ulteriori provvedimenti organizzativi che saranno attuati già a partire da venerdì 7 gennaio.
Più in dettaglio, presso l’ospedale di Santorso saranno attivati ulteriori 20 posti letto Covid, che si aggiungono ai 68 attualmente previsti, ottenuti convertendo la Medicina d’Urgenza in area Covid (ferma restando la piena operatività del Pronto Soccorso nell’accoglienza di tutte le tipologie di pazienti). Parallelamente saranno aggiunti ulteriori 2 posti letto in Terapia Intensiva, per un totale di 14 (dei quali al 5 gennaio 9 erano casi gravi di Covid), ferma restando la possibilità di arrivare fino a 20, come previsto dal piano emergenziale. Il provvedimento comporta una riduzione della capacità di accoglimento dei pazienti con patologia non Covid in ambito internistico. Pertanto è stata prevista una ridistribuzione dei ricoveri di area medica nei tre ospedali dell’Azienda, “che continueranno a collaborare in maniera integrata” spiega la nota dell’Ulss Pedemontana.
I numeri
Sono 10.131 a ieri i contagi nell’Ulss 7: si è passati da 500-600 nuovi contagi giornalieri a 1200-1300 degli ultimi due giorni, sostanzialmente un raddoppio. Negli ultimi giorni di dicembre l’aumento di casi si fermava a circa 200-300 positivi al giorno. Il problema è ovviamente l’impatto che questa crescita esponenziale può avere sui ricoveri, che al momento oscillano fra 150 e 160, ma con una veloce ricambio e almeno 10-12 nuovi pazienti in ospedale per Covid ogni giorno. A questo va aggiunto un dato drammatico: il conteggio deve tener conto, purtroppo, di 3-4 decessi di contagiati al giorno (mentre fino a fine dicembre erano quasi fermi).
La pressione dei ricoveri dovuti alla pandemia, insomma, nelle ultime settimane sta crescendo lentamente ma in maniera costante, sia nei reparti Covid che in rianimazione, pertanto in questa ulteriore ondata pandemica la priorità ritorna ad essere la gestione dei pazienti Covid. Per questo, l’Ulss 7 sottolinea nella nota il “sacrificio” che la conversione delle aree Covid dell’ospedale di Bassano (45 i letti Covid attivati, ai quali si aggiungono 6 posti letto in Terapia Intensiva per pazienti positivi su un totale di 14) ha già comportato: la conversione della Pneumologia in Pneumologia Covid, una drastica riduzione dell’attività della Cardiologia (i cui letti ordinari, ridotti, sono stati ‘trasferiti’ in Ucic, l’unità cardiologica intensiva per complessivi 16 posti letto) e la riduzione dei posti letto in Nefrologia e Gastroenterologia.
Alla luce delle variazioni organizzative già apportate, in questa nuova fase la dirigenza dell’Ulss 7 ha stabilito che l’ospedale San Bassiano avrà il compito di garantire la collaborazione per accogliere i pazienti Covid negativi, mantenendo invariati i posti letto Covid già attivati. L’ospedale di Asiago, invece, continuerà a essere dedicato ai pazienti negativi e di supporto per i ricoveri in area medica provenienti dagli altri ospedali. Per quanto riguarda le attività chirurgiche, come già comunicato si è resa necessaria una riduzione delle attività programmate garantendo solo le prestazioni con maggiore priorità: attualmente l’attività chirurgica si svolge su 5 sale operatorie nell’ospedale di Bassano e altrettante a Santorso, mentre è stata temporaneamente sospesa all’ospedale di Asiago.
Questo, in linea con le linee guida regionali, per l’azienda socio-sanitaria consente di dare risposta alle necessità chirurgiche urgenti, come ad esempio il trattamento dei traumi e gli interventi per patologie oncologiche, in primis, fermo restando la possibilità di effettuare interventi che, a giudizio del clinico, presentano un rischio concreto di evoluzione negativa. Viene inoltre garantita in ogni ospedale il trattamento delle patologie tempo-dipendenti, quali l’ictus e l’infarto.
Parallelamente, lo sforzo riorganizzativo sta coinvolgendo anche le strutture territoriali: la già avvenuta completa conversione dell’Ospedale di Comunità di Marostica in area Covid (28 letti), con conseguente sospensione dell’Unità Riabilitativa Territoriale, Urt), ha comportato e sta comportando la dimissione dei pazienti del Distretto di Bassano ed il successivo trasferimento verso strutture territoriali del Distretto Alto Vicentino. Proprio per rispondere a questo fabbisogno di accoglienza di pazienti non Covid internistici, i 18 posti letto messi a disposizione dal Centro Servizi Muzan di Malo – inizialmente utilizzati per pazienti Covid – sono stati destinati già da alcuni giorni all’accoglienza di pazienti negativi.
Il sistema sanitario insomma si prepara ad un probabile ulteriore incremento dei ricoveri Covid nei prossimi giorni: la scelta di aprire ulteriori posti letto a Santorso è considerata quindi “inevitabile” e “legata a motivi strutturali”: grazie anche agli interventi di potenziamento degli impianti per l’ossigeno portati a termine nei mesi scorsi, l’ospedale di Santorso garantisce una capacità di accoglienza superiore. Allo stesso tempo, la direzione dell’azienda sanitari conferma “l’impegno dell’Ulss 7 a ridurre il più possibile le ricadute sulle attività rivolte ai pazienti negativi, grazie soprattutto alla strategia messa in campo per affrontare questa quarta ondata, basata su un’integrazione e cooperazione molto stretta tra gli ospedali di Santorso, Bassano e Asiago, oltre alle strutture territoriali, che stanno lavorando insieme per gestire al meglio una situazione di grave emergenza, ciascuno con le proprie caratteristiche e possibilità. Per questo motivo la Direzione ringrazia tutto il personale sanitario per il grande impegno, ma anche per lo spirito di servizio, la flessibilità e la disponibilità che sta dimostrando”.
Le critiche
Sulla decisione interviene il consigliere comunale di Schio Carlo Cunegato, che si chiede se si tratti di “beghe del potente di turno che privilegia qualche territorio a discapito di altri”. “Quello che sappiamo – commenta ancora l’esponente di Coalizione Civica – è che da oggi Santorso avrà circa 90 letti Covid. Dopo due anni di pandemia i medici del nostro ospedale sono stremati. Li ringraziamo infinitamente. Senza i loro sacrifici sovraumani il sistema non avrebbe retto. Speriamo anche si trovi velocemente un modo perché possano iniziare a respirare, perché le fatiche vengano condivise dai diversi territori, dai diversi professionisti. Senza un intervento celere, rischiamo una fuga di figure d’eccellenza verso il privato. Anche se si sono comportati da eroi, sono degli uomini e delle donne in carne e ossa. La fatica comincia ad essere insopportabile”.