Ulss 7 Pedemontana: su sociale e medicina di territorio Lanzarin rassicura, ma i timori restano
Gli “atti aziendali”, che dovrebbero rivedere i modelli organizzativi delle Ulss venete, compresa quella di Thiene-Schio e Bassano, sono stati approvati dalla Giunta Regionale e ieri sono stati trasmessi alla Quinta commissione consigliare per la discussione, dopo di che, torneranno in Giunta per la definitiva approvazione. In sostanza, la ridefinizione delle Ulss, dopo la riorganizzazione territoriale iniziata a gennaio, entra nella fase più calda. “Nel testo finale ci sono delle modifiche che ho apportato – ha assicurato ieri Santorso l’assessore regionale ai servizi sociali Manuela Lanzarin – come il potenziamento e la strutturazione sia del settore famiglia-infanzia sia di quello della non autosufficienza-disabilità. Abbiamo previsto anche la figura del coordinatore del sociale, con la creazione di una specifica Unità Operativa sociale”.
La notizia è emersa ieri sera a Santorso all’aula magna dell’Istituto Comprensivo Cipani. Oltre a Lanzarin c’erano il direttore dei servizi sociali dell’Ulss 7 Pedemontana Alessandro Pigatto, il direttore del distretto Thiene-Schio Alessandra Corò e i consiglieri regionali Stefano Fracasso (Partito Democratico) e Marino Finozzi (Lega Nord), oltre al sindaco di Santorso Franco Balzi, che ha moderato l’incontro.
La sala era piena ed erano presenti parecchi sindaci dell’Alto Vicentino, preoccupati sia rispetto alle loro future capacità di incidere su un sistema sociale e sanitario che si teme sempre più accentrato a Venezia, sia delle tante modifiche al modello socio-sanitario veneto che la riforma regionale sta portando con sé. Sotto la lente d’ingrandimento, in particolare le eccellenze che hanno visto l’Alto Vicentino apripista non solo a livello regionale, in particolare per quel che riguarda la disabilità, la salute mentale e la medicina di territorio (qui sono nate i primi raggruppamenti di medici di famiglia, presi ad esempio dalla Regione, così come tutto un sistema di dimissioni protette, assistenza domiciliare integrata e cure palliative che consente oggi di essere seguiti a domicilio con altissima qualità da un punto di vista sanitario anche nella fase finale della vita). Modelli avanzati che ora si teme di perdere.
Per questo l’assessore Lanzarin ha sottolineato altre modifiche apportate al testo iniziale, che a suo parere miglioreranno la programmazione. “Tutto il settore dipendenze e neuropsichiatria infantile, che era stato accorpato alla salute mentale, è stato staccato e portato su base territoriale. Ho voluto poi potenziare la neuropsichiatria infantile. Siamo disponibili al dialogo e al confronto con la Quinta Commissione, per eventuali ulteriori modifiche e per rafforzare e potenziare servizi importanti. L’accorpamento delle Ulss non deve infatti intaccare i servizi ai cittadini, sia in ospedale che sul territorio”. L’assessore regionale ha poi insistito nel “rassicurare i sindaci che sulla programmazione locale non si sta tagliando niente. Programmazione locale e regionale si dovranno integrare, il bilancio è legato alle due ex conferenze dei sindaci: la progettualità è ancora in capo a quello che ora si chiama comitato dei sindaci con un proprio esecutivo. C’è la volontà di non stravolgere un impianto che c’è e funziona”.
Di opinione differente Stefano Fracasso (Pd), per il quale “nella legge non è sufficientemente chiarito il ruolo della comunità e dei sindaci nella governance. I sindaci registrano preoccupazioni e non si capisce ‘chi decide che cosa’. È un tema fondamentale. Se non recuperiamo un rapporto stretto fra rappresentati comunità e direzione generale, la storia di questo territorio rischia di sfilacciarsi”. Per Fracasso, con le audizioni ora al via in Quinta Commissione “questo è il momento della massima attenzione, non si può perdere questa occasione. Sulle risorse non aspettiamoci che il fondo sanitario regionale cresca come nel decennio passato: oggi vale 8,4 miliardi, nel 2011 era di 4,5: non andremo a 16 miliardi, resteremo sulle cifre attuali. Dobbiamo confrontarci con una disponibilità di risorse stabile. Invito i direttori generali in questa fase a non prendere decisioni in mancanza di un chiaro atto di indirizzo del Consiglio Regionale e della Giunta: le schede ospedaliere non sono state toccate e sui modelli organizzativi l’ultima parola ce l’avrà la Giunta”.
Corò ha invece sottolineato che la “peculiarità del distretto Alto Vicentino rispetto al Bassanese non sta nell’organizzazione, ma nella diversa compartecipazione dei sindaci alla gestione dei servizi: il livello di solidarietà di questo territorio non esiste nel Bassanese, qui ci sono ammortizzatori sociali, rette per chi è inserito nelle strutture residenziali, aiuti alle famiglie a sostenere i costi indipendentemente dal Comune di residenza. Bisognerà lavorare per mantenere questa peculiarità e farla diventare un’opportunità per Bassano”.
Marino Finozzi ha specificato che “purtroppo non possiamo pensare a un futuro con più risorse, anche se le esigenze ci sono. Quindi dobbiamo cercare un’ ottimizzazione dei servizi senza ridurre la qualità”. Il consigliere regionale ha sottolineato la fortuna di avere nell’Alto Vicentino “una grande realtà di associazioni di volontariato, alle quali dobbiamo dare strumenti per potersi esprimere”. Un riferimento, quello all’utilizzo del volontariato per risparmiare, che non ha mancato di suscitare più di qualche perplessità in sala.
Pigatto ha rassicurato i presenti: “non abbiamo alcuna intenzione di modificare modalità che hanno dato buoni risultati. Le caratteristiche di questo territorio sono la terzietà fra politica, dirigenza e terzo settore, la solidarizzazione fra Comuni e la capacità di accompagnare i bisogni”. Il sindaco Balzi ha però avvertito che è ormai palpabile la “sfiducia, negli operatori sul territorio. E’ necessario riavviare una collaborazione e condividere il lavoro”.