Ulss7 e liste d’attesa azzerate. I lettori non ci stanno: “La realtà è un’altra”
Nemmeno il tempo di pubblicare l’articolo che illustrava il comunicato stampa inviatoci dalla direzione della Ulss 7 Pedemontana, che con orgoglio annunciava di essere vicinissima al recupero completo delle liste d’attesa, e siamo stati inondati di commenti da molti nostri lettori che, alcuni con documenti alla mano, hanno dichiarato che si tratta di una “falsità”.
Davvero tante le testimonianze che smentiscono quanto dichiarato dall’Ulss, per pensare che si tratti di casi eccezionali o comunque isolati: l’ondata provocata dall’esperienza diretta dei cittadini travolge i numeri ufficiali.
E’ di due giorni fa la nota stampa dell’azienda sanitaria che recitava testualmente: “Rispetto a metà febbraio, quando è partito ufficialmente il piano strategico, secondo una nota riportata dall’azienda, al 31 agosto è stato registrato un recupero dell’87% delle prestazioni specialistiche e del 70% per quanto riguarda gli interventi chirurgici”. Il comunicato entra poi nello specifico con numeri dettagliati.
Ma i lettori non ci stanno, manifestando preoccupazione e disappunto per visite non ancora effettuate a distsnza di parecchi mesi, nonostante la richiesta e la prenotazione.
L’odissea di un lettore e di sua moglie sofferente
“Dal mese di luglio, mia moglie è sofferente di un calcolo renale che si è manifestato guarda caso tra il sabato e la domenica, vabbè capita. Scrive il lettore Giuseppe Verghini, che ringraziamo – Su suggerimento del medico di base, ci rivolgiamo al pronto soccorso di Santorso. Non lo avessimo mai fatto! Come arrivi, l’accompagnatore (io) lo fanno uscire a causa delle norme anti covid. E ok, ci sta. Rimango ore dove sostano le ambulanze, sotto il sole di luglio con un’unica sedia che i vari accompagnatori si scambiano a turno. Dopo 9 ore dimettono la moglie con l’impegnativa per il giorno seguente per una tac ai reni. Il giorno dopo stesso girone infernale del giorno precedente: ingresso in pronto soccorso alle 9.30 uscita alle 21.30. Torniamo a casa, ma intanto la moglie continua a stare male, vomitare e altro. All’indomani dalla dismissione, dopo una notte infernale, e a fronte degli ennesimi conati di vomito, chiamiamo il 118. Ricovero alle 13.30. Alle 13.30 del giorno dopo mia moglie è ancora sulla stessa lettiga! A fronte della sofferenza a cui è sottoposta inutilmente mia moglie, minaccio l’intervento dei carabinieri prendendo in mano il telefonino. Solo allora trovano una sistemazione consona alle condizioni di mia moglie. Per farla breve soltanto due giorni dopo decidono per il ricovero a Bassano, perché come è noto a Santorso il reparto di urologia non esiste più, e in quello di Bassano intervengono temporaneamente, giusto per alleggerire la situazione. 25 agosto, dialogo con il medico del reparto di Bassano per definire i termini dell’intervento, e. sorpresa! Intervento a fine ottobre primi di novembre, dicendole che se vuole può andare a Treviso. Se questa è l’eccellenza sanitaria, beato chi non ha questa eccellenza. Tutto documentabile, chiaramente”.
Ma di commenti ce ne sono tanti, tutti con nome e cognome, la maggioranza dei quali per testimoniare che “non è vero che il problema delle liste d’attesa è stato risolto”. I ritarfi riguardano più ambulatori e servizi: dall’oculistica alle Tac.
“Beh oddio, proprio vero non è. – scrive Emma Dalla Valle – Mio marito sta aspettando di essere chiamato per un operazione e dall’ ospedale gli hanno detto che forse fine o inizio anno prossimo sarà chiamato perché al momento sono indietro con gli interventi a causa del covid. Bah”. “Richiedo una visita specialistica ad aprile 2022: mi rispondono che non c’è disponibilità e dicono che verrò ricontattata. – racconta Maria Letizia Pasin – Mi chiamano a fine agosto e mi danno appuntamento al 5 settembre. Mi chiedo, ma io sono entrata in lista d’attesa ad aprile oppure a fine agosto? Nei dati forniti dall’azienda io, che ho aspettato 5 mesi, risulta forse che ho aspettato 5 giorni? Perché un pochino cambia”.
“Sei mesi che sto aspettando di fare una tac e non sono capaci di trovarmi il posto”, scrive Roxi Roxana, nome social di fantasia, ma riconoscibile dal profilo. E Simone Turra risponde ironico “allora è ancora presto per me visto che sono solo 4 mesi e mezzo che attendo essere contattato per una tac”.
“Balle!!! – secondo Daniela Rigoni – Sto aspettando da mesi per un controllo che avrebbe dovuto essere svolto entro un mese”. Lia Stefani racconta invece che “per due esami che dovevo fare entro 20 giorni sono ancora in lista di attesa . E di giorni ne sono passati 60”. Antonia Pizzato: “Da tre mesi aspetto una visita oculistica e mi devono chiamare loro perché finora non c’è posto”, mentre Denise Comparin racconta l’episodio della mamma: “Per una cataratta dovrà andare in gennaio nonostante il medico abbia messo da fare in tempi brevi”.
Cinzia Fabris ironizza: “Oddio per una ecografia alla tiroide prenotata a giugno hanno dato disponibilità da febbraio 2023. Non mi sembra si sia recuperato, anzi”.
C’è chi si rivolge al privato per accorciare i tempi
Uno dei motivi, drammatico, che porta alla contrazione dell’arretrato non è certo una cosa di cui la sanità pubblica dovrebbe vantarsi: i cittadini, stanche di aspettare, optano per il privato, se possono.
Ecco alcune testimonianze: “Io ho risolto andando in privato per una visita dermatologica da fare entro 30 giorni, mentre per una visita da un gastroenterologo non sono più stato chiamato”, ci scrive Marco Spinato, mentre Ania Siostra spiega che “Il medico di famiglia ti consiglia di rivolgerti direttamente alla sanità privata. Fate un po’ voi”.
Altra procedura consolidata, quando si finisce nel limbo dei “sospesi”, è diventata la stortura di rivolgersi con una protesta all’ufficio relazioni con il pubblico. L’abbiamo constata di perdona, viene suggerita anche da alcuni medici di famiglia e ce l’hanno raccontata anche alcuni nostri lettori.
Forse, oltre a dare i numeri dei “recuperi”, è giunto il momento che l’Ulss 7 spieghi anche come li ottiene.