“Schio è morta, sfido a dire il contrario”. La provocazione di Paolo Trentin
Quando parla, Paolo Trentin non è mai banale. L’ideatore e proprietario del Podere La Torre nonché industriale turritano ha affidato ai social il pensiero che da anni lo contraddistingue. “Schio è morta, è un paese morto. Il commercio è morto. Colpa di un sistema vecchio, senza idee, nonostante l’amministrazione si stia impegnando”.
Una riflessione profonda quella di Trentin, che al di là dei termini forti usati vuole essere una critica costruttiva per la città scledense ed il territorio dell’Alto Vicentino. Tutto parte da una foto postata su Facebook. “Sabato 3 febbraio ore 17.28, centro di Schio, il vuoto totale”. Commento a corredo di una foto del centro scledense completamente vuoto. Di lì una pioggia di commenti, molta gente d’accordo, pochi contrari.
“E’ proprio la mentalità che è sbagliata qui – attacca allora Trentin – un’ottica di invidia e distruttiva nei confronti dei pochi che si spendono per fare qualcosa. Investi in un progetto? Xe parchè el ga schei da trar via. Non lo fai? Te si un tacagno che se tien tuto in banca. Sono proprio gli scledensi che hanno questa ottica invidiosa verso tutto quello che viene fatto. Dove finiremmo se tutti ragionassero così? In primis il problema sono proprio i commercianti però, aldilà della gente. I dirigenti delle associazioni sono vecchio stampo e non capiscono il momento attuale. Negli anni non hanno mai cambiato passo, e anche le amministrazioni comunali sono state ferme. Io stesso penso di non essere al passo perfettamente coi tempi, eppure continuo ad investire e innovare nelle mie aziende, come al Podere ad esempio”.
E’ un fiume in piena Trentin, che vede necessaria una svolta radicale nella mentalità comune per uscire dall’impasse attuale. “Il centro di Schio è desolante, quando potrebbe essere sempre animato da musica e locali. Ma se qualcuno prova a fare qualcosa viene subito massacrato – prosegue Trentin – se si mette musica arrivano i vigili, vedi anche la Vecia Osteria dal Menga a Torre. Ma dove vogliamo andare? Nessuno qui crede nel fare, nel proporre un prodotto di qualità. Si gioca al ribasso e questi sono i risultati. Desolazione. La città deve iniziare a lavorare come una squadra. L’ attuale amministrazione (che pur si sta sbattendo per proporre iniziative), associazioni di categoria e cittadini. Tutti quanti devono remare nella stessa direzione, perché sennò andrà sempre peggio”.
In chiusura, comunque, Trentin lancia un appello alla città. “Se non credessi che si può cambiare non avrei fatto Il Podere – conclude Trentin – questo territorio può dare tanto anche sotto il profilo della bellezza, non solo delle fabbriche. Bisogna però fare uno sforzo e cambiare mentalità, e non mettersi di traverso a chi fa qualcosa”.
La presa di posizione di Trentin è però solo l’ultimo appello in ordine di tempo sulla situazione del commercio in centro a Schio: solo alcuni giorni fa proprio sui social è stata annunciato il trasferimento fuori dal centro storico della pasticceria Caoduro: l’ennesimo caso di chiusura di un esercizio nel salotto buono di Schio.