Stefano Ruaro si racconta: un “Ironman” nello sport e nella vita nonostante il Parkinson
Nella nostra vita dobbiamo tutti affrontare mille difficoltà, alcune di queste ci sembrano insuperabili ed è facile lasciarsi abbattere. Stefano Ruaro, 58enne imprenditore scledense, testimonia come attraverso lo sport si possa trovare la forza di superare ogni ostacolo.
Ospite della trasmissione Break Point a Radio Eco Vicentino, è proprio lui a raccontare come nonostante sia affetto dal morbo di Parkinson abbia deciso di oltrepassare i propri limiti partecipando a una gara di Ironman (disciplina che prevede l’alternanza di 3,8 km di nuoto, 180 km di bicicletta e 42,2 km di corsa), raggiungendo il traguardo dopo sole 14 ore, 7 minuti, 28 secondi.
La versione Ironman del triathlon è considerato alla stregua di uno sport estremo: chi lo pratica deve possedere una grande predisposizione fisica e per prepararsi alla gara deve sottoporsi ad estenuanti allenamenti: “Nel momento in cui dovevamo affrontare la sfida non sapevamo cosa sarebbe potuto succedere: nessun malato di Parkinson aveva mai affrontato un Ironman prima, era un’esperienza assolutamente inedita – racconta atleta di Schio – quando ho deciso di intraprendere questa sfida nemmeno io ci credevo, invece è andato tutto oltre ogni più rosea aspettativa”.
Il morbo di Parkinson è una malattia degenerativa, impatta duramente sul piano fisico e psicologico. Quando Stefano è venuto a sapere di questo terribile male, il mondo gli è crollato addosso: ”Nel giro di poco tempo mi vedevo in sedia a rotelle, alla notte non dormivo dal dolore”. È una patologia che toglie le forze e la voglia di fermarsi è tanta, ma grazie alla forza di volontà Ruaro non si è perso d’animo. Navigando sul web ha scoperto qualcun altro che aveva fatto un percorso simile: “li ho contattati e mi hanno dato una grande fiducia, io non mi sono mai arreso di fronte a nulla e ho pensato perché mi devo arrendere adesso?”. Questa gara per Stefano è stato un modo per affrontare le sue più grandi paure, una sfida per superare sé stesso: “Il momento più duro è stata la partenza: mi sono messo in mezzo alle persone che stavano per partire in fila, tenendo lo sguardo verso di chi faceva il tifo, quando è stato il mio turno ho guardato il mare: era calmo, da lì in avanti non c’è più stata paura”.
L’atleta vicentino spera che la sua impresa possa essere di insegnamento per tutti coloro che attraversano un momento difficile della propria esistenza, uno stimolo ad affrontare le proprie angosce ed a vedere la vita con maggiore ottimismo. Per questo motivo ha fondato ‘Indomitri’, progetto inclusivo all’interno della società sportiva Delta Sport che si propone di aiutare persone con diverse problematiche attraverso l’attività sportiva: “Lo scopo è quello di fare capire che ce la possono fare, perché lo sport fa bene al fisico e soprattutto alla mente, ci si dimentica dei problemi e si apprezza quello che si sta facendo” spiega Stefano. Una persona con una malattia debilitante non potrà tornare ad essere quello di prima, ma con l’aiuto degli altri può ritornare a fare grandi cose: ”la testa ci impone dei limiti che fisicamente non abbiamo: togliere i limiti che ci sono dati dalla mente è una grande cosa per poter tornare a credere in sé stessi”, conclude Ruaro. Stefano Ruaro sarà un testimonial di eccezione a Schio città europea dello sport 2023.
Andrea Falcone