Strage di Bologna, post di Cioni (FdI) scatena l’ira del Pd. “Gravissimo. Chiarisca ogni dubbio”
“Gravissimo quel post sulla strage di Bologna, Cioni chiarisca quel NOI”. A chiedere chiarimenti è il Pd dell’Alto Vicentino e il post è quello pubblicato su Facebook dal consigliere comunale scledense di Fratelli d’Italia Alex Cioni il 2 agosto, anniversario della strage di Bologna. Cioni, infatti, sul suo profilo ha condiviso l’immagine dell’orologio della stazione ferroviaria (che segna ancora l’ora in cui esplose la bomba che provocò 85 morti e 200 feriti) corredata dalla frase “Nessuno di noi era a Bologna” e in aggiunta il messaggio: “2 agosto 1980, 41 anni di bugie. La verità trionfa da sola, la menzogna ha sempre bisogno di complici.”
Da qui la richiesta da parte del Pd – e in particolare del coordinatore di zona Alto Vicentino Scledense Giacomo Stiffan, il coordinatore di zona Thienese Paolo Costa e la segretaria provinciale Chiara Luisetto – di fare chiarezza su quanto condiviso e scritto da Cioni. “Come sarebbe a dire NOI? Noi chi? Intende forse solidarizzare con i neofascisti condannati per la strage, ammettendo implicitamente un’appartenenza nei confronti del loro gruppo e del loro credo politico? No, certo che no, un rappresentante delle istituzioni democratiche non ammetterebbe mai idee così sovversive – tuona il Pd -. Soprattutto perché una verità processuale esiste già: nonostante gli innumerevoli tentativi di depistaggio, per la strage di Bologna ci sono tre terroristi legati al neofascismo condannati in via definitiva, un condannato in primo grado e un indagato attualmente sotto processo pertanto è un po’ troppo scivoloso giocare sull’ambivalenza delle parole, specialmente quando i famigliari delle vittime attendono giustizia da 41 anni”.
“Che Cioni levi ogni dubbio quindi, e chiarisca pubblicamente a quale gruppo si riferisce con quel NOI – insistono Stiffan, Costa e Luisetto ricordando che la strade del 2 agosto 1980 è una delle pagine più drammatiche della storia italiana, su cui non può esserci alcuna ambiguità -. A meno che non sia sua intenzione lasciarlo, il dubbio. Il che sarebbe comunque più una conferma che una smentita dato che ‘nessuno di noi era a Bologna’ è una citazione tratta da un pezzo del gruppo punk neofascista Ultima Frontiera”.
La replica da parte di Cioni arriva oggi, sempre sul suo profilo Facebook: “Francamente non comprendo cosa dovrei chiarire. Sono esterrefatto da questa polemica alimentata dal Pd per il quale non è lecito esprimere un’opinione su un tema che ha visto persino esponenti provenienti dal Pci fino ai Radicali rifiutare la verità emersa in tribunale – scrive il consigliere comunale -. Ricordo, altresì, che lo stesso Cossiga definì genericamente la strage come fascista, scusandosi anni dopo con gli esponenti del Movimento Sociale Italiano per le sue accuse, a dimostrazione che fu la destra tout court ad essere infangata da quella strage, non solo la destra eversiva, estrema o neofascista”. “Dopodiché, anni di depistaggi e di distorsioni hanno prodotto una verità processuale che mi sento di definire di comodo – aggiunge -. Per questo motivo penso che chi vuole ardentemente la verità, dovrebbe mettere da parte per una volta i propri interessi politici di parte guardando oltre al proprio naso. A mio parere è questo l’unico approccio possibile che può rendere giustizia alle vittime”.
In replica a Cioni arriva sul Corriere della Sera la presa di posizione dell’Associazione dei familiari delle vittime del 2 agosto: “Dire che sono 41 anni di bugie – afferma il presidente Paolo Bolognesi è un’elucubrazione: bugie sono le varie piste internazionali emerse che poi sono state smentite dalle indagini. Non so dove voglia spingersi ma se guardiamo alle radici di Fratelli d’Italia allora, nel 1980, questo partito non c’era, ma c’era invece il Msi che era in stretto contatto con i terroristi, così come è emerso nel corso del processo”.