Sull’inceneritore infiamma la polemica, Orsi: ‘Voltafaccia inaccettabile’. Ma i sindaci controbattono
Si consuma attorno allo studio di un progetto per il ridimensionamento dell’inceneritore di Ca’ Capretta lo scontro tra il Sindaco di Schio, Valter Orsi, e i primi cittadini di Carrè, Marano Vicentino, Thiene, Santorso e Zugliano.
Uno scambio di accuse, a suon di comunicati e dichiarazioni dai toni pesanti, come non capitava da tempo nell’Alto Vicentino, nato dopo l’astensione durante l’ultima assemblea dei soci AVA dove gli amministratori ‘dissidenti’ si sono astenuti senza preavviso facendo di fatto mancare il numero legale necessario per l’approvazione: “Sono rimasto basito dalle scelte di alcune amministrazioni del territorio che sembrano non voler impegnarsi nell’identificazione di eventuali nuove azioni per il miglioramento dell’impatto ambientale del termovalorizzatore di Ca’ Capretta – ha tuonato il Sindaco Orsi – che non considera il rischio concreto – considerato il progressivo calo dei rifiuti destinati all’incenerimento – che non troppo in là col tempo l’impianto di Cà Capretta risulti sovradimensionato rispetto alle esigenze locali, creando in tal modo la ‘scusa’ per dirottare nel nostro impianto rifiuti prodotti da altri territori della regione”.
Una valutazione che si somma a quanto ribadito durante la discussione assembleare, dove sarebbe emersa anche la volontà di condurre ulteriori approfondimenti finalizzati a mitigare il più possibile l’impatto ambientale delle emissioni nell’atmosfera. Tutti punti questi che sarebbero stati discussi, come previsto dall’iter per poi essere messi ai voti, voti che pare sarebbero dovuti riservare sorprese anche in considerazione del fatto che alcuni degli amministratori poi astenuti, sarebbero stati tra i presentatori proprio della proposta di studio sulla miglioria delle emissioni.
“Mi sono sentito tradito – incalza Orsi – e ancora non capisco se ci troviamo davanti ad un ‘ritiro sull’Aventino’ o si è trattato di uno scivolone dovuto ad un errore di valutazione politica.
Non ci stanno però i primi cittadini chiamati in causa come ‘voltagabbana’, che anzi fatto fronte comune motivano la loro astensione restituendo al mittente l’accusa di aver interrotto la seduta e fatto mancare il numero legale: “Riscontriamo da parte del comune socio di maggioranza di AVA – scrivono in un comunicato congiunto – un atteggiamento di mancanza di rispetto non più tollerabile. Fanno sorridere le illazioni di ipotetiche nostre mire elettorali a Schio. Restituiamo al mittente queste allusioni che ci sembrano abbiano il solo scopo di accreditarsi come paladini dell’ambiente a scapito di alcuni colleghi soci. Comportamento che si commenta da sé. Non ci siamo affatto astenuti sulla proposta – da noi avanzata – di uno studio per migliorare le performance ambientali dell’impianto, volte a ridurre ulteriormente le emissioni. Su tale proposta l’assemblea non ha potuto esprimersi in quanto, per l’appunto, il comune di Schio ha abbandonato la riunione facendo mancare il numero legale. Grave e denigratorio quindi che il collega cerchi di farci passare come coloro che non si impegnano per il miglioramento dell’impianto. Su questo tema siamo convinti ci siano piena consapevolezza, volontà e determinazione da parte di tutti i soci di AVA. Nessuno dei soci ha intenzione di proporre potenziamenti o aggiunta di nuove linee ma solo di promuoverne l’efficienza. Siamo quindi favorevoli a continuare il percorso di raccolta dati e analisi per migliorare aspetti ambientali e redditività tecnico-economica degli attuali impianti, a parità di tonnellaggio conferito. E senza tornare al passato con due società divise: uno scorporo, farebbe tra le altre cose schizzare la TARI pagata dai cittadini”.
Posizioni per ora molto distanti, condite da frecciatine e accuse che vanno ben oltre il tema ambientale e sembrano raccontare di un solco più profondo tra i sindaci dei comuni più popolosi dell’Alto Vicentino, anche se una piccola porta pare rimanere aperta da ambo i fronti in un’auspicata riconvocazione assembleare chiamata a ricomporre i toni e sanare la frattura.