Stacca la falange a morsi nel corso di una lite in trattoria. Denunciato un 39enne
I fatti risalgono a quasi un mese fa, ma la notizia è stata resa nota solo in queste ore: è stato riconosciuto e denunciato l’autore di un gesto se non da “cannibalismo” almeno da considerare di violenza inaudita, un 39enne di Schio che aveva morso la mano di un’altra persona con tale forza da staccargli la falange di un dito.
L’episodio risale allo scorso 9 giugno, era un martedì sera, ed è avvenuto in una trattoria di Pieveblevicino, nel territorio comunale di Torrebelvicino, dove sono sono poi giunti i carabinieri della stazione di Valli del Pasubio. Proprio lì hanno appreso quanto serviva per verificare la fondatezza della vicenda, dopo essere stati messi al corrente del ricovero di un paziente con segni di violenza evidenti dagli operatori del Suem che hanno accolto il ferito.
La vittima, un avventore di 52 anni del locale di ristorazione “Guciaro&Piaron” della frazione turritana, ha riportato una menomazione fisica permanente: il morso ha staccato di netto l’estremità del dito anulare di una mano. E’ stato curato per quanto possibile dal pronto soccorso dell’ospedale di Santorso, riportando la lesione all’arto e una prognosi di 30 giorni. Si aprirà ora un fascicolo da aula di giustizia sotto il profilo penale, e probabilmente anche uno civile per la richiesta di risarcimento.
Il responsabile dell’aggressione, – F.S. le sue iniziali, cittadino scledense già noto alle forze dell’ordine -, è stato riconosciuto grazie alle indagini dei militari dell’Arma e in particolare alle testimonianze dei presenti, dopo che lo stesso si era dato alla fuga in quella tormentata serata infrasettimanale. Il reato di cui dovrà rispondere l’aggressore è di lesioni personali gravissime. Come spesso accade in episodi analoghi, alla base del diverbio degenerato poi in violenza, i consueti “futili motivi”, come ricostruito in seguito dai carabinieri valligiani. Nulla da imputare ai gestori del locale, subito intervenuti per prestare soccorso.
Fondamentali la ricostruzione dei fatti grazie alle versioni raccolte dai presenti in quel martedì sera, indicati dopo un sopralluogo a Pievebelvicino. Al apri della controprova del riconoscimento del colpevole – ad oggi solo presunto, in attesa del processo – dell’atto brutale. Il 39enne, peraltro, era già nome e volto noto agli investigatori, presente nel “book” fotografico dei fotosegnalati. Sono bastati pochi giorni per rintracciarlo e metterlo di fronte ai testimoni oculari: non avrebbero dubbi.
La notizia di cronaca è stata diffusa solo a distanza di quasi un mese dall’evento cruento per favorire gli accertamenti, come spiegato da una nota del comando della Compagnia carabinieri di Schio.