Truffa “Bonus” nell’edilizia: 10 indagati per truffa (uno a Schio) e 1,5 miliardi “congelati”
Riguarda in parte anche il territorio del Veneto e in particolare il Vicentino la maxi frode ai danni dello Stato legata al settore delle costruzioni edili legate all’accesso improprio agli incentivi del “Bonus 110“. L’inchiesta mirata della Guardia di Finanza, avviata ad Asti, in Piemonte, rivela diramazioni in mezza Italia e ha portato alla denuncia con l’arresto di 10 soggetti per il momento “senza nome” e al sequestro di beni per complessivi 1,5 miliardi di euro. In tutto sarebbero 37 le persone coinvolte, per una settantina di aziende artigiane in particolare, tutte di nazionalità italiana ed albanese. Una delle “menti” della truffa opera a Schio, in Altovicentino, considerato il “braccio destro” di un commercialista con studio a Napoli. Il suo nome, per il momento, rimane riservato.
Associazione a delinquere, truffa ai danni di enti pubblici e riciclaggio di denaro risultano ad oggi solo alcuni tra i capi d’imputazione formarle rivolti alle persone prese in custodie nelle prime ore di mercoledì dai finanzieri di diverse località nazionali. Sono 73 le perquisizioni, in corso in 18 province, con l’impiego di 150 finanzieri. Tra i nomi di titolari di documentazione prodotta per ottenere i bonus edilizi spuntano anche dei senzatetto e addirittura persone defunte.
A rendere noti i contorni generali dell’azione coordinata delle Fiamme Gialle di più scenari sono stati stamattina i militari piemontesi dopo il aver avviato l’esecuzione – insieme ai colleghi di Campania, Emilia, Lazio, Lombardia, Puglia, Toscana, Trentino e Veneto – di un’ordinanza di custodia cautelare del Gip del Tribunale di Asti nei confronti di 10 nomi, per reati di associazione a delinquere, truffa a enti pubblici, riciclaggio, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte. In corso nel contempo l’esecuzione di un decreto di sequestro, anche per equivalente e ai fini della confisca, di crediti fiscali, profitti illeciti, immobili e disponibilità per oltre un miliardo e mezzo di euro.
I primi passi delle investigazioni sul corretto utilizzo dei crediti fiscali per “Bonus edilizi”, sono partiti da una segnalazione del Nucleo Speciale Entrate della Guardia di Finanza di Roma. L’indagine scattata tra agosto e settembre 2022, con l’analisi di banche dati, indagini bancarie, intercettazioni telefoniche e sopralluoghi, sotto il coordinamento della Procura di Asti, ha permesso di svelare la costituzione e cessione di ulteriori e più cospicui crediti di imposta sospettati di falsità. Il prosieguo ha rivelato i tratti di una truffa, ordita da una compagine in parte radicata ad Asti e con proiezioni in Campania e Veneto, che vede coinvolte 37 persone e 68 tra ditte e società. Il sodalizio fa capo a 17 persone, cittadini albanesi e italiani, dediti alla commissione tra il 2021 e il 2022 di una serie di frodi, riciclaggio, auto-riciclaggio e reati tributari.
Partendo dall’emissione di false fatturazioni per decine di milioni di euro , utilizzate non solo per documentare al fisco lavori edili mai realizzati, ma anche per riciclare proventi dell’illecita attività. Questa enorme quantità di crediti fiscali, per 1,5 miliardi, sarebbe stata generata solo sulla carta, innanzitutto grazie all’opera di un commercialista con studio al Vomero, Napoli, e a un suo stretto collaboratore, cittadino albanese, con studio a Schio. Utilizzando partite Iva intestate perlopiù a prestanome, gli attori inserivano nei cassetti fiscali dell’Agenzia delle Entrate dati ritenuti non veritieri. I crediti di imposta, così creati dal nulla sulla piattaforma digitale, in parte sono stati ceduti a terzi, per quanto sinora tracciato dalle indagini, e di questi una porzione monetizzata e trasferita all’estero.
La nota della GdF specifica che l’indagine ha solo concluso una prima fase. “L’operazione odierna delle Fiamme Gialle di Asti costituisce il culmine di una prima fase di indagini – si legge nella nota – condotte nell’ambito della primaria missione istituzionale della Guardia di Finanza, mirata a prevenire e contrastare le illecite condotte che pregiudicano il corretto impiego delle ingenti risorse pubbliche erogate dall’Unione Europea e dallo Stato per il rilancio dell’economia e il sostegno delle iniziative di riqualificazione energetica e di transizione ecologica. Si sottolinea che il procedimento penale si trova ancora nella fase delle indagini preliminari e che la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata in caso di emissione di una sentenza irrevocabile di condanna”.