Un anno senza Nadia De Munari: semi di solidarietà nel suo nome
E’ passato esattamente un anno dalla tragica morte di Nadia De Munari la missionaria laica di Schio vittima in Perù di un’aggressione violenta che la portò alla morte il 24 aprile dell’anno scorso. Da 26 anni era volontaria dell’Operazione Mato Grosso nella regione del Nuevo Chimbote, dove si prendeva cura dei bambini più poveri, cercando di dare loro un futuro attraverso la scolarizzazione.
Nel primo anniversario della morte, ai microfoni di Radio Eco Vicentino sono intervenute la sorella Vania e la cugina Laura, che l’hanno ricordata, con la voglia di continuare quello per cui Nadia aveva donato la vita, ma allo stesso tempo cercare giustizia. Questa sera, domenica 24 aprile, a Giavenale di Schio si terrà “In cammino con Nadia”, un cammino a tappe “per ricordare che chi ama è per sempre!”. Il ritrovo è alle ore 20 nel piazzale della chiesa parrocchiale: ai partecipanti gli organizzatori chiedono di portare con sé un fiore.
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All’età di vent’anni Nadia decide di partire volontaria per il Sud America. Il lavoro di volontariato vive di donazioni, è una scelta radicale di vita, si abbandona tutto per aiutare le persone più bisognose dall’altra parte del mondo. “Lei era una ragazza amante della natura, le piaceva camminare in montagna – ricorda Vania De Munari, di cinque anni più giovane – era una persona molto semplice, amava stare con gli altri e partecipava a molte attività nella parrocchia”.
Con la cugina Laura, Nadia ha condiviso quasi tutto: età, casa, idee, percorso scolastico fino alle scuole superiori. Non erano soltanto parenti ma molto di più: “Era la mia sorella spirituale, sento che in tutti noi è ancora molto presente e attraverso noi Nadia continua ad agire”.
Nella struttura di Omg a Nuevo Chimbote Nadia si occupava di formare insegnanti da inserire nelle scuole che si stavano aprendo: “Dirigeva sei asili per un totale di 500 bambini, per lei era difficile decidere chi ospitare tra tantissime richieste – spiega la sorella – nel Nuevo Chimbote non esistono asili e i bambini sono lasciati a se stessi dai genitori che devono andare al lavoro”.
Per ricordare Nadia e allo stesso tempo continuare la sua opera, è stato aperto un conto corrente intitolato ‘Un progetto per Nadia’ dove è possibile fare una donazione: “E’ stato bellissimo – racconta Laura – perché la gente pur non sapendo cosa si voleva realizzare, ha iniziato ugualmente a donare. E’ stato un messaggio meraviglioso quello di crederci insieme, l’importante non è la quantità della donazione, ma che sia fatto con il cuore”. I ricavati vengono devoluti per la costruzione di un pozzo in una zona desertica del Chimbote, nell’intento di rendere coltivabile quelle terre creando così lavoro per i campesinos delle sierre.
Ora al posto di Nadia è arrivata una nuova referente, sempre italiana: adesso è lei, Mary, a coordinare le maestre d’asilo peruviane: “L’amore e l’affetto di Nadia che ha generato quando era ancora in vita porta tanta gente che l’ha conosciuta a partecipare a tutte le iniziative per ricordarla – spiega la sorella Vania –. Questa settimana a Nuevo Chimbote i bambini si stanno recando alla casa di Nadia, dove è stato fatto un bellissimo murales che la rappresenta, portando delle piantine per rinvigorire quel giardino che Nadia tentava di far fiorire nel deserto”.
Per donazioni: Associazione Don Bosco 3A Onlus, Iban IT07A0866960790001000946584, causale “Un progetto per Nadia”.
Andrea Falcone