Un tocco di cuore e d’Azzurro a Schio: mister Spalletti in visita per una nobile causa
L’allenatore campione d’Italia in carica (alla guida del Napoli) e ora della Nazionale Italiana di Calcio, Luciano Spalletti, di azzurro se ne intende praticamente “al quadrato” e c’è da dire che ne ha portato un bel po’ stamattina a Schio, raccogliendo l’invito a partecipare ad un progetto benefico legato alla Casa di Comunità di Servizi Abilè, che si occupa del sostegno di persone con disabilità.
Cielo grigio qui (come quasi d’abitudine) al suo arrivo, cielo appunto sereno al momento dell’arrivederci dopo le due tappe un po’ previste e un po’ improvvisate, visto che solo ieri era arrivata la conferma della presenza del tecnico in Altovicentino, pronto a “metterci la faccia”, come testimonial, a favore di una raccolta fondi finalizzata ad un ampliamento della struttura scledense, di cui si conosceranno i dettagli prossimamente, e a cui daremo voce.
Accompagnato oggi da Gianni Grazioli, direttore dell’Aic (Associazione Italia Calciatori), il commissario tecnico italiano ha tenuto fede alla promessa di far visita al centro gestito dalla cooperativa sociale. Un punto di riferimento per famiglie prima di tutto, sorto nel 1989, portando soluzioni di residenzialità a Schio e Magrè per persone affette da varie forme di disabilità, un centro diurno e più progetti di inserimento lavorativo e di autonomia personale. Sono 27 gli ospiti attuali. Prima, però, una tappa in Municipio per Spalletti, per così dire “all’esordio” a Schio, per ricevere il saluto da parte di una delegazione dell’amministrazione comunale e di altri pochi intimi, informati last minute dell’arrivo in città del mister. I cui impegni pubblici sono comprensibilmente centellinati, trovandosi quasi alla vigilia degli Europei 2024 in Germania, dove guiderà la spedizione azzurra dell’Italia campiona in carica.
La pasta dell’allenatore la si conosce, per chi bazzica gli ambienti del pallone, ma è lo spessore dell’uomo che si intuisce subito per come si è presentato. Non appena varca l’ingresso della sala consiliare accolto dal sindaco Valter Orsi e dall’assessore allo Sport Aldo Munarini, quasi in imbarazzo per l’accoglienza, Luciano Spalletti ha passato in rassegna la “tribuna”, andando a stringere la mano alla dozzina di presenti ad uno ad uno, portando subito buon umore. Svestendo i panni (azzurri) del tecnico della Nazionale, parlando da uomo semplice. E con lo spirito tipico del toscano doc, tra una battuta e l’altra e i sorrisi. La migliore? Al dono di un libro fotografico sulla città e del gagliardetto con lo stemma e i colori giallorossi di Schio, quando qualcuno gli chiede di portarlo in panchina come portafortuna, il mister risponde “Ok, ma meglio evitare quando giocheremo contro la Spagna!”. Palla al centro il 20 giugno allora, contro le Furie (Giallo) Rosse, magari con un pensierino a Schio nel pre-partita.
“Vi ringrazio tutti, questa cosa mi emoziona davvero – ha esordito così il mister dopo aver ricevuto il benvenuto -, dire di sì e rendersi disponibili per un’iniziativa con finalità sociali non la considero nemmeno una scelta, ma un obbligo per chi è fortunato come sono io per il ruolo che ricopro oggi. Non dimentico – ha evidenziato – mai di essere stato prima un ragazzino che studiava e giocava a pallone, e poi che lavorava come tappezziere per divani e sempre che giocava a pallone, prima di arrivare piano piano in paradiso, dove ritengo di trovarmi ora grazie al calcio”. Un po’ burlone e un po’ filosofo nel suo esprimersi, il ct del pallone tricolore ha impressionato per umanità e spontaneità nell’oretta trascorsa in Municipio.
Mentre il mister parla, suona un telefonino, di Grazioli, e Luciano subito lo redarguisce con una battuta: “in spogliatoio qui sarebbe già scattata la multa!”, per poi andare a concludere il suo saluto all’amministrazione, concedendo ancora quale spicchio di vita da ascoltare ben volentieri. “Sia nel mio che nel vostro lavoro dobbiamo prendere delle decisioni – si rivolge qui a sindaco e assessori presenti prima di concedersi a qualche selfie e autografo e uno scambio di doni – ma il mio è certamente più facile rispetto al vostro, alla fin fine sono le responsabilità che ci prendiamo che ci dicono quali persone siamo, mettendo in campo valori come umiltà, sacrificio, coraggio e anche il carattere”. Poi la visita ai centri alloggio di Abilè, per portare il proprio contributo alla nobile causa per cui mister Spalletti ha risposto il suo sì alla “convocazione” in campo in Altovicentino.