Valdastico Nord, Schneck: “Ormai improbabile. E Cecchellero lancia il tunnel Casotto – Besenello

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Genesi di un tratto di autostrada che potrebbe non vedere mai la luce. Durante l’ultimo Senti Chi Parla, il talk d’attualità mensile dell’Eco Vicentino, a far chiaramente capire che l’ipotesi di prolungamento verso nord della A31 ha ormai scarse possibilità di realizzazione, è stato proprio Attilio Schneck, colui che da presidente della provincia di Vicenza oltre che di A4 Holding tanto si prodigò per avviare i cantieri di un’opera in parola da decenni.

Una presa d’atto onesta e lucida quella dell’ex politico in quota Lega, che ha spiegato come l’ostacolo più grande sia proprio quella provincia autonoma incapace, a suo dire, di un ragionamento d’insieme: “Purtroppo di Valdastico Nord si potrà riparlare forse tra 5 o 6 anni – ha dichiarato Schneck nel corso della diretta – ma se dipendesse ancora da me, visto che uno degli ostacoli principali deriva dai diktat della regione confinante, andrei a contestare ai trentini quell’autonomia che li eleva ad un piano non paritetico nei nostri confronti. Mi chiedo se ancora sussistono i motivi storici per questo trattamento speciale. Di certo servirebbe anche al Veneto un maggiora libertà d’azione e credo che dovremmo rivendicarla con più convinzione”.

Parole che riportano quindi a ragionamenti più locali, con la necessità urgente di risolvere alcune annose questioni viarie, oltre che di dissesto idrogeologico: “In assenza della Valdastico Nord – argomenta l’altro ospite, il consigliere regionale Andrea Cecchellero – le priorità sarebbero rafforzare il tratto di SP350 da Piovene a Casotto con particolare attenzione alla piana industriale di Seghe di Velo oltre che allo sbocco turistico in alta valle. A quel punto vedrei senz’altro bene anche un tunnel Casotto – Besenello, a risolvere i problema verso nord con costi indubbiamente più contenuti di quelli di un’autostrada”.

Considerazioni che convincono almeno in parte uno che l’ipotesi Valdastico Nord l’ha sempre osteggiata con la ragione dei numeri e che a grandi opere troppo onerose anche per l’impegno ambientale che andrebbero a pesare su un territorio già fragile di per sè, preferirebbe degli interventi puntuali: “A livello locale paradossalmente l’autostrada non sarà mai la risposta – chiosa l’architetto Renzo Priante, anche lui al tavolo di Senti Chi Parla – ma se il tratto di A31 da Thiene in su fosse liberalizzato con un casello Zanè – Schio, avremmo già una maggiore fluidità. Poi ci sarebbe da sciogliere il nodo di Piovene, con una valutazione che dovrebbe contemplare le direttrici verso Posina, Tonezza oltre che alta Valle dell’Astico: solo così se ne potrebbe uscire, con giovamento per tutto l’alto vicentino”.