Martina è salita oltre le vette delle “sue” montagne: sabato mattina l’addio alla 21enne
Martina Benedetti sarà salutata sabato mattina sotto lo “sguardo” perenne del Pasubio, il massiccio montuoso sotto la quale era cresciuta, imparando ad amare la montagna, i suoi paesaggi e anche la sua gente. Dopo la concessione del nulla osta dalla Procura di Vicenza, la salma della giovane appassionata di arrampicata morta domenica 24/9 sulla Ferrata delle Anguane, a San Pietro di Valdastico, sarà salutata dalla comunità di cui ha fatto parte nella chiesa di Valli del Pasubio nel corso della cerimonia religiosa.
Sono stati giorni di lutto quelli recenti nella vallata, dopo che domenica pomeriggio la triste notizia della tragica morte della 21enne ha squarciato la tranquillità dell’ultimo week end di settembre che tanti, come lei, avevano dedicato all’aria aperta e alla montagna. Chi per una passeggiata, chi per avventurarsi sulle pareti di roccia, una passione sportiva molto in voga anche tra i più giovani, come è stato per Martina.
Accompagnata dal papà Egidio Benedetti come altre volte, vista la passione per i monti e le scalate condivisa, la climber è scivolata per cause al vaglio dei Carabinieri, perdendo la vita, alle 13.20 di domenica. Il padre l’attendeva paziente, alla base percorso attrezzato, una volta che avesse ultimato la scalata e la ridiscesa: si è trovato suo malgrado nell’angoscia di dover constatare che la ragazza precipitata per 150 metri era proprio sua figlia, senza possibilità di sopravvivenza. Un fitto sconforto che ha avvolto all’indomani anche il Centro di Assistenza e Servizi per gli Anziani “La Casa” di Schio, luogo dove la giovane operatrice sociosanitaria (Oss) aveva iniziato a lavorare da poche settimane. Lo stesso vale per la casa di riposo “Penasa” di Valli, dove aveva prestato servizio in precedenza e dopo altre esperienze di lavoro seguenti post diploma all’istituto Garbin di Schio.
Sabato mattina alle 10, nella chiesa di Valli del Pasubio, non mancheranno di sicuro alle esequie ex compagni di scuola, oltre a colleghi e colleghe di lavoro e ancora i paesani. Uniti nel tentativo di consolare con la loro presenza i parenti più vicini nel condividere il dolore di mamma Monica e di papà Egidio, che hanno perso la loro unica figlia, così come verso i nonni e gli zii che le erano stati vicino da bambina e da adolescente, in una fase delicata della sua vita. Venerdì sera, domani, la veglia di preghiera alle 19.30.
“Solo uno sguardo verso il cielo può addolcire il nostro dolore”. Così recita la frase riportata nell’epigrafe pubblica stamattina per annunciare le modalità del solenne saluto terreno di dopodomani a Martina, da ricordare assolutamente con quel sorriso che le rende merito nell’immagine scelta dai familiari nel momento più difficile, quello del distacco fisico, ma che non scalfisce l’amore che portano per lei nel cuore.